Calciomercato, in Europa business da record

Il calciomercato non muove solo i cuori dei tifosi, ma anche gli affari. Ecco qualche numero sul giro d’affari legato allo sport più seguito in Italia

È uno degli sport più seguiti, non solo in Italia, ma in tutta Europa e ha la capacità di riunire moltissime persone pronte a tifare per la propria squadra del cuore: naturalmente stiamo parlando del calcio. Il calcio non è solo sport, ma un vero e proprio business che muove cifre da capogiro. Da quando la FIFA (Fédération Internationale de Football Association), nell’ottobre del 2010, ha iniziato a censire e certificare i trasferimenti dei vari calciatori sono state concluse 78mila operazioni per un volume complessivo di affari di 22,6 miliardi di dollari. E il volume è cresciuto anno dopo anno.

Non solo giocatori: i numeri del mercato italiano. L’ultimo studio della FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio) e della società di revisione Deloitte, che ha analizzato il campionato 2014/2015, ha portato alla luce qualche numero ufficiale. La maggior parte dei ricavi del calcio è da attribuirsi ai campionati professionistici che portano in cassa un totale di 3,7 miliardi di euro riuscendo a dar lavoro a circa 40 mila persone. Non solo serie A e serie B però. Anche i campionati dilettantistici non sono da meno con un indotto poco inferiore al miliardo di euro (913 milioni). A generare queste cifre record sono principalmente i diritti televisivi (1,1 miliardi di euro) seguiti dalle sponsorizzazioni e attività commerciali (circa un miliardo di euro) e i guadagni ai botteghini (200 milioni).

Cifre vicine alle operazioni di M&A. Chi segue il calcio saprà senza dubbio che il recente trasferimento del giocatore brasiliano Neymar da Silva Santos Junior dal club del Barcelona a quello francese del Paris Saint Germain è stato il più costoso della storia. 222 milioni di euro, cifra che lo fa rientrare di diritto nella classifica delle 30 maggiori acquisizioni francesi di attività brasiliane. Più o meno lo stesso ammontare di denaro che 10 anni fa consentì alla società francese Suez di acquisire il controllo della società di distribuzione luce e gas Ponte de Pedra. Il caso di Neymar non è di certo isolato; i numeri in gioco nel campo del calcio sono ormai comparabili alle operazioni di fusioni e acquisizioni (M&A) dei singoli settori da inizio 2017.

Qualche numero. Nel Regno Unito, la Premier League ha messo a segno un importante goal: dall’1 gennaio sino al 31 agosto scorsi, la spesa complessiva dei trasferimenti nella Serie A oltre Manica è stata pari a 1,55 miliardi di euro. Con questi numeri, la lega inglese è seconda, nelle classifiche delle attività di M&A, solo al settore finanziario (17,4 miliardi) e davanti al settore immobiliare (1,27 miliardi) ed healthcare (1,067 miliardi). In Germania, i 554 milioni di euro hanno piazzato la spesa della Bundesliga al quarto posto, dopo l’M&A del settore finanziario (7,6 miliardi), della sanità (1,9 miliardi) e dei media (899 milioni), ma davanti al settore della grande distribuzione (438 milioni di euro).  E in Italia? Tra il primo gennaio 2017 e il 31 agosto, la spesa della Serie A italiana è stata di quasi 798 milioni di euro: a livello europeo siamo secondi solo agli inglesi. Questa cifra fa occupare il terzo posto del podio nella classifica delle attività di M&A italiane dell’anno, preceduta dalle attività governative e finanziarie.

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