Questa estate? È quella giusta per andare a un festival

Per un appassionato di musica non c'è esperienza più bella: ecco tutto quello che dovete sapere per scegliere quello adatto a voi

Con le lunghe giornate di luce e i primi caldi sta per cominciare la stagione preferita dagli appassionati di musica di tutta Europa: quella dei festival all’aperto. Il festival californiano di Coachella, con tutto il suo corredo di stile e glamour, è lontano geograficamente e ormai è già passato, ma ci sono tanti appuntamenti decisamente più alla portata di tutti e che non hanno niente da invidiare al grande evento del deserto californiano per divertimento e offerta. Se amate la musica, un festival è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita: poter vedere decine di artisti e band in un colpo solo, dividersi tra i palchi fino a notte fonda, incontrare altri appassionati come voi da tutto il mondo. Insomma, lasciarvi andare in una realtà parallela dove l’unica cosa che conta è la musica.

Un evento per ogni budget, stile di vita e sensibilità. Negli ultimi anni l’offerta di festival musicali è letteralmente esplosa: secondo il database eFestivals si è passati da 496 eventi nel 2007 a 1070 dieci anni dopo. I dati Mintel parlano di un giro d’affari che è arrivato a oltre due miliardi di euro e che in prospettiva aumenterà fino a superare i quattro miliardi nelle prossime tre estati. Il vantaggio per voi è che in questo modo la proposta di eventi si è anche molto differenziata. Ci sono eventi non solo per ogni genere musicale ma anche per ogni stile di vita, budget, approccio, tempo, situazione familiare e sensibilità. Un festival musicale è anche una bella occasione per viaggiare e scoprire posti nuovi (il 48% del pubblico è composto da viaggiatori internazionali, secondo la ricerca di Festicket) ma da qualche anno anche l’Italia, che storicamente era più debole da questo punto di vista, ha cominciato ad attrezzarsi. Inoltre, il costo meglio degli eventi, dopo anni di inflazione, a partire dall’anno scorso si è finalmente stabilizzato (crescendo solo dell’1% dopo l’8% dell’anno precedente), rimanendo sui 148.36 euro di media europea, secondo European Festival Report 2017.

La comodità dell’albergo o l’avventura degli spazi aperti. A questo punto non vi resta che scegliere. Per quanto riguarda i festival ci sono due grandi scuole di pensiero: urbano o in tenda? Nel primo caso l’esempio più famoso è il Primavera Sound di Barcellona (ma ci sono anche il Rock en Seine di Parigi, il Lollapalooza di Berlino): si alloggia in una grande città e i vantaggi sono evidenti. I collegamenti sono facili, i posti letto sono comodi, avete l’occasione di unire la musica al classico city break. L’alternativa è il modello Glastonbury, in Inghilterra (quest’anno a riposo). L’evento si tiene negli spazi aperti, lontano dalle città. Per dormire si campeggia e quello che si perde in comfort lo si guadagna in senso dell’avventura, come al Soundwave in Croazia, al quale si possono addirittura abbinare immersioni o snorkeling, o il suggestivo Electric Castle, nella Transilvania romena. Inoltre il posto tenda del festival è decisamente più economico che un hotel in città come Barcellona o Parigi. Ci sono poi anche eventi «misti», che prevedono la possibilità di campeggiare come quella di stare in albergo: tra questi lo Sziget di Budapest, il FIB di Benicassim in Spagna o l’Home Festival di Treviso.

A misura di bambini (o di pianeta). Poi ci sono gli eventi musicali ritagliati su esigenze specifiche, come quelli adatti alle famiglie con bambini. Non è detto, infatti, che chi ha figli debba rinunciare all’esperienza: sempre più eventi europei sono attrezzati per essere a misura degli spettatori più piccoli. In Inghilterra l’offerta è ampia. Il Latitude, nel Suffolk, ha anche vinto il Best Family Festival Award per la sua esperienza in questa nicchia di mercato. Si tiene accanto a un bellissimo lago e organizza attività, workshop e spettacoli per i bambini lungo tutta la giornata. Attitudine simile per il Camp Festival, nel Dorset, che ha anche una colorata mini «discoteca» per bambini.  Anche il Tauron in Polonia (vincitore del premio Best Small Music Festival in Europe) e il Beauregard in Francia hanno strutture, staff e divertimenti per tutta la famiglia. Inoltre, sempre più eventi hanno sviluppato una cultura della sostenibilità (40 eventi in Inghilterra si sono impegnati ad arrivare al 50% di raccolta differenziata entro il 2025), ma ce ne sono alcuni più avanti di altri. Come il Pukkelpop in Belgio, dove chi sceglie di non prendere l’auto viene premiato con biglietti gratis per i trasporti pubblici, il Sunrise Celebration, dove l’85% del cibo è biologico, o lo Shambala, che è addirittura vegano e plastic free.

Dal Veneto alla Sicilia. Certo, non tutti possono girare l’Europa per seguire la propria passione per la musica. La buona notizia è che, come accennato in precedenza, anche l’offerta italiana negli ultimi anni si è arricchita. L’evento di punta è l’Home Festival di Treviso, che nei suoi nove anni è sempre cresciuto come pubblico e qualità degli ospiti e che oggi unisce i concerti a presentazioni di libri, dibattiti culturali e mostre d’arte. Per chi ha voglia di abbinare la musica dal vivo all’esplorazione di una regione come la Sicilia c’è l’Ypsigrock di Castelbuono, un borgo medievale in provincia di Palermo, a pochi chilometri dal mare. L’Italia ha anche un festival elettronico di livello internazionale, il Nameless, durante il quale si balla tutta la notte a Barzio (in provincia di Lecco), in un’area di 45.000 metri quadrati. Infine, si ascolta musica, si mangia e si beve bene al Collisioni, di Barolo, nelle langhe piemontesi.

Siete mai andati a un festival musicale estivo? Avete dormito in tenda? Raccontateci la vostra esperienza.

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