Che cos’è il bias della disponibilità?

Quotidiani e televisioni possono influenzare il nostro comportamento anche quando si tratta di investire in determinate società rispetto ad altre? Sembra proprio di sì e il fenomeno è chiamato bias della disponibilità. Cos'è e come difenderci?

Immaginiamo che ultimamente una determinata società sia stata particolarmente citata da quotidiani e tv: è possibile che questo influenzi le nostre scelte di investimento nei titoli di quella società? La risposta è “assolutamente sì” – e ci sono fior fior di economisti che a sostenerlo. Stiamo parlando di un comportamento talmente comune che la finanza comportamentale gli ha addirittura dato un nome: il bias della disponibilità. In pratica capita che, nella raccolta delle informazioni, siamo influenzati dalla facilità con cui esse possono essere richiamate alla nostra mente. Detto in altre parole, prediligiamo le informazioni che ci risultano più familiari o facilmente reperibili. O che magari sono semplicemente più “fresche” nella nostra memoria. A seconda di quali sono le notizie a cui siamo esposti, il bias della disponibilità può andare a colpire in positivo, spingendoci ad acquistare o in negativo, inducendoci a vendere – diverse tipologie di investimenti: immobiliari, obbligazionari, azionari. E non si tratta di una trappola che riguarda solo i più inesperti: possono caderci anche gli investitori più navigati.

Il bias della disponibilità in concreto. Facciamo un esempio al di fuori del mondo finanziario, per capire meglio che cos’è questo bias della disponibilità: può capitare che, nel valutare la probabilità di soffrire di un attacco di cuore verso i 50 anni, pensiamo alle persone di nostra conoscenza a cui è capitato piuttosto che all’incidenza statistica sulla popolazione, magari sovrastimando il rischio. Questo perché gli eventi recenti, familiari o che ci hanno in qualche modo colpiti restano in evidenza nella nostra mente e hanno un peso maggiore nelle nostre decisioni. Un altro esperimento che dimostra l’esistenza del bias della disponibilità consiste nel leggere allo stesso gruppo di soggetti due diversi elenchi di società quotate, chiedendo poi di indicare l’elenco più numeroso. In realtà le due liste si differenziano per la notorietà, ma non per il numero dei nomi inclusi. Eppure, la maggior parte dei soggetti risponderà indicando l’elenco con i nomi più famosi.

Lo stesso succede con gli investimenti. Dalla teoria alla pratica: questo si traduce per esempio nel fatto che gli investitori tendono a concentrare i loro acquisti – o le loro vendite, a seconda delle situazioni – sulle azioni che hanno maggiore copertura da parte della stampa, semplicemente perché ne sentono parlare di più e quindi se ne ricordano più facilmente.

Come evitare la trappola? Informandosi di più e mettendo in discussione le convinzioni comunemente accettate. Del resto approfondire la propria conoscenza è sempre un buon metodo per costruirsi una prospettiva migliore. Certo non è facile evitare una trappola mentale, anche perché spesso non ci rendiamo conto di esserne vittime. Come succede in molti ambiti della vita però, la consapevolezza è già un primo passo importante: sapere dell’esistenza di un bias comportamentale ci fornisce qualche arma in più per difenderci dai suoi agguati.

 

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