Lo sviluppo passa per l’innovazione

Sgravi per le grandi opere, agevolazioni per gli investimenti esteri, ma soprattutto agenda digitale e start-up: ecco il decreto “Crescita 2.0”...

Innovazione. È stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 4 ottobre scorso, è in vigore dal 20 ottobre, dopo essere stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale: è il decreto “Crescita 2.0”, com’è stato ribattezzato per l’attenzione ai temi dell’innovazione, che ora passa alle Camere dove dovrà essere convertito in legge nei prossimi due mesi.

Competitività. Il decreto è «complesso di norme che puntano in modo ambizioso a fare del nostro paese un paese in cui l’innovazione rappresenti un fattore strutturale di competitività» (il Presidente del Consiglio Mario Monti).

Dal digitale alle start-up. Il provvedimento punta a dotare il Paese di infrastrutture e servizi digitali, a incentivare la nascita di imprese nel campo delle nuove tecnologie (start-up), ad agevolazioni e strumenti fiscali e soluzioni per favorire l’arrivo di investimenti dall’estero, e a interventi di liberalizzazione in campo assicurativo. Queste le norme nel dettaglio.

Agenda digitale. Il decreto si propone di attuare i principi dell’Agenda digitale europea, un’iniziativa della Ue che intende incentivare l’innovazione tecnologica come strumento per rilanciare la crescita. Gli effetti dovrebbero farsi sentire anche nella vita quotidiana. Ecco come:
• I cittadini potranno avere un unico documento elettronico, valido sia come carta d’identità sia come tessera sanitaria, attraverso il quale accedere più facilmente, anche online, ai servizi della pubblica amministrazione.
• I dati dei cittadini, anche quelli residenti all’estero, finiranno in un’anagrafe unica, che si chiamerà Anagrafe nazionale della popolazione residente e che sarà aggiornata annualmente con censimento.
• Dal 1° gennaio 2013 ogni cittadino, indicando alla pubblica amministrazione un indirizzo di posta elettronica certificata, che diventerà il suo «domicilio digitale», potrà far sì che tutte le amministrazioni e i gestori o gli esercenti di pubblici servizi comunichino con lui esclusivamente in forma elettronica.
• A partire dall’anno scolastico 2013-14, nelle scuole medie e superiori sarà possibile adottare libri di testo in versione esclusivamente digitale, oppure abbinata alla versione cartacea. Stessa cosa succederà, dall’anno scolastico successivo, anche nelle elementari.
• Dall’anno accademico 2013-2014, nelle università il fascicolo elettronico dello studente gestirà in formato digitale la carriera universitaria di ogni iscritto.
• Novità anche in materia sanitaria. Un «fascicolo sanitario elettronico» conterrà, in formato digitale, i dati di tipo sanitario e sociosanitario del cittadino, raccogliendone così tutta la storia clinica. Dovranno adottare il nuovo sistema sia le strutture sanitarie pubbliche sia quelle private. Entro il 2015, poi, le ricette e le prescrizioni mediche saranno solo elettroniche e valide a livello nazionale (attualmente la prescrizione di farmaci è limitata alla singola regione).
• Le amministrazioni e le imprese pubbliche avranno l’obbligo di accettare i pagamenti anche in formato elettronico, indipendentemente dagli importi.
• Dal 1° gennaio 2014 chi effettua attività di vendita di prodotti o di prestazione di servizi, anche professionali, sarà tenuto ad accettare pagamenti con carta di debito (per esempio, il bancomat).
• Le aziende di trasporto pubblico locale saranno incentivate a promuovere l’adozione di sistemi di biglietteria elettronica, interoperabili a livello nazionale.

Giustizia più rapida. Il decreto introduce anche alcune norme per snellire modi e tempi delle comunicazioni giudiziarie. Nei procedimenti civili tutte le comunicazioni e notificazioni a cura delle cancellerie o delle segreterie degli uffici giudiziari saranno effettuate per via telematica, se i soggetti coinvolti risulteranno in possesso di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC). Modificata anche la legge fallimentare. Attraverso l’uso della PEC e di tecnologie online, le comunicazioni dei momenti essenziali della procedura fallimentare avverranno per via telematica.

Stop al digital divide. Il governo si impegna a un azzeramento del “digital divide”, il divario digitale, portando connessioni ad almeno 2 mbps nelle aree non ancora coperte. Per questo sono stati stanziati 150 milioni di euro destinati al centro-nord, che si aggiungono ai 600 milioni già disponibili per il Mezzogiorno. Sono previste semplificazioni per favorire la diffusione della banda ultralarga, anche senza fili.

Assicurazioni. Sono abolite le clausole di tacito rinnovo previste dai contratti. Si andrà verso uno schema di contratto-tipo per l’Rc auto. Ogni compagnia assicurativa, nell’offrirlo obbligatoriamente al pubblico, anche attraverso internet, dovrà definirne il costo complessivo individuando separatamente ogni eventuale costo per i vari servizi aggiuntivi. E avrà l’obbligo di aggiornare online la posizione del cliente. Passa poi da 2 a 10 anni il termine prescrizionale delle polizze vita «dormienti».

Start-up. Per la prima volta vengono introdotti nell’ordinamento italiano la definizione e gli specifici requisiti della nuova impresa innovativa (start-up). Queste le sue caratteristiche:
• la maggioranza del capitale sociale e dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria deve essere detenuto da persone fisiche;
• la società deve essere costituita e operare da non più di quarantotto mesi;
• deve avere la sede principale dei propri affari e interessi in Italia;
• il totale del valore della produzione annua, a partire dal secondo anno di attività, non deve superare i 5 milioni di euro;
• non deve distribuire o aver distribuito utili;
• deve avere quale oggetto sociale esclusivo, lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico;
• non deve essere stata costituita per effetto di una fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda.

Benefici. A queste imprese saranno riconosciuti vari benefici: non dovranno pagare imposta di registro e di bollo, potranno posticipare di un esercizio il termine entro cui ricostituire il capitale nel caso le perdite siano pari ad un terzo del capitale sociale. Potranno raccogliere capitale attraverso speciali portali on line. Sul fronte fiscale, nei prossimi tre anni le persone fisiche che investono nel capitale di una start-up potranno detrarre una parte della somma (il 19%) dall’Irpef lorda. Le start-up potranno stipulare contratti di lavoro a tempo determinato con una durata variabile tra un minimo di 6 mesi e un massimo di 36, con possibilità di rinnovi senza soluzione di continuità, prorogabili ulteriormente una sola volta. Trascorsi quattro anni, il rapporto diventa a tempo indeterminato.

Incentivi alle start-up. Le start-up avranno a disposizione incentivi e fondi per 200 milioni di euro. L’impegno economico sarà poi di 110 milioni di euro ogni anno. I privati potranno investire nelle start-up ottenendo detrazioni sul loro reddito imponibile.

Investimenti esteri. Il decreto istituisce anche uno lo sportello unico per l’attrazione degli investimenti esteri, ovvero di quei soggetti imprenditoriali che abbiano intenzione di realizzare investimenti di tipo produttivo e industriale sul territorio italiano. Lo sportello farà capo al Ministero dello Sviluppo Economico e coordinerà tutti gli altri soggetti che operano nel settore.

Grandi opere. Il decreto introduce sgravi fiscali per le grandi infrastrutture: un credito d’imposta come contributo pubblico alla realizzazione di opere strategiche e di importo superiore a 500 milioni di euro, che potrà arrivare al limite massimo del 50% a valere sull’Ires e sull’Irap in relazione alla costruzione e gestione dell’opera. Grazie a questo provvedimento, secondo il Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera si potranno mettere in campo opere per una «quindicina di miliardi».

I costi. Il decreto costerà 258 milioni di euro sul 2013; 220 sul 2014; 194 sul 2015 e 2016; 130 sul 2017; 160 per il seguito dell’attuazione.

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