Finiscono le feste, iniziano i saldi

Nessun anticipo, solo qualche promozione prenatalizia e non in tutta Italia. Il 5 gennaio il via agli sconti veri...

Nella calza della Befana. Concluso lo shopping natalizio, parte come da tradizione la stagione dei saldi: il via agli sconti è fissato, secondo un accordo del 2011 con la Conferenza delle Regioni e le Province autonome, al primo giorno feriale antecedente l’Epifania, cioè quest’anno al 5 gennaio (poche le eccezioni: qualche giorno di flessibilità in Valle d’Aosta, il 2 gennaio in Campania, Sicilia, Sardegna, Basilicata). La durata varia da regione a regione: all’incirca un mese e mezzo in Liguria e nel Lazio, sessanta giorni in Lombardia, Piemonte, Toscana, novanta in Campania.

Inizio invariato. Il 2012 doveva essere l’anno della grande novità dei saldi anticipati, ma alla fine non se n’è fatto nulla. Dopo mesi di discussioni sull’opportunità di far partire la stagione degli sconti a inizio dicembre anziché a inizio gennaio, Federazione Moda Italia-Confcommercio ha lasciato la data d’inizio invariata.

Vendite promozionali. Gli sconti, in realtà, ci sono stati anche in questi giorni, ma non si possono chiamare “saldi”. Perché i saldi certificati per legge sono appunto quelli che cominciano poco prima dell’Epifania, con un loro calendario preciso. Quelle che si sono viste nei giorni scorsi sono state “vendite promozionali prenatalizie”, in deroga al divieto di fare questo tipo di vendite nel periodo a ridosso di quello dei saldi. È successo in alcune regioni come Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, nella Provincia autonoma di Trento e, da quest’anno, a titolo sperimentale, in Lombardia. Piemonte e Lazio hanno invece confermato il divieto agli sconti nei trenta giorni precedenti i saldi, Valle d’Aosta e Calabria nei quindici giorni precedenti.

«Liberalizzare i saldi». In questi anni di contrazione dei consumi, il commercio punta ancora una volta sui saldi. Dell’inizio di dicembre l’appello del presidente del Codacons, Carlo Rienzi: « Dopo Confesercenti, anche Confcommercio conferma in pieno le stime del Codacons sulla caduta dei consumi natalizi, che per l’associazione scenderanno del 15% rispetto allo scorso anno. Di fronte a dati così drammatici per il commercio, serve un cambiamento radicale. Per questo rivolgiamo un appello alle organizzazioni dei commercianti e al governo, affinché aprano finalmente la strada alla liberalizzazione dei saldi, unica misura in grado di far ripartire gli acquisti e dare ossigeno al settore del commercio».

Consumi in calo. Uno studio di Confcommercio ha previsto che i consumi da tredicesima scendano ancora quest’anno, facendo registrare per le spese di Natale un’ulteriore contrazione del 13,2% rispetto al 2011.

Alcune norme da ricordare:

• Il negoziante è tenuto ad applicare lo sconto dichiarato per cui, nel caso venga richiesto un prezzo diverso, il consumatore potrà pretendere che ci si adegui a quanto dichiarato sul cartellino. Le merci in saldo devono essere indicate in modo inequivocabile per distinguerle da quelle poste in vendita al prezzo ordinario evitando ogni possibilità di confusione.

• Il negoziante è tenuto a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Se non è possibile la sostituzione, il cliente avrà diritto di scegliere se richiedere la riparazione del bene senza alcuna spesa accessoria, una riduzione proporzionale del prezzo o addirittura la risoluzione del contratto.

• I negozianti convenzionati con carta di credito sono tenuti ad accettarla anche nel periodo dei saldi, così come è ammesso il pagamento a mezzo bancomat se l’esercizio espone il relativo logo.

• Nel caso in cui il negoziante lo consenta, provate sempre l’articolo scelto: se vi pentite dell’acquisto non potrete poi cambiarlo. Infatti il cambio è a discrezione del commerciante. Quindi chiedetegli sempre se vi consentirà di effettuare un cambio e quanti giorni avete per farlo.

• Fate attenzione che la merce in saldo sia quella stagionale. La legge prevede, infatti, che i saldi non riguardino tutti i prodotti, ma solo quelli di carattere stagionale e articoli cosiddetti “di moda”, cioè quelli che hanno probabilità di deprezzarsi se non vengono venduti durante una certa stagione.

• Un buon saldo consente un risparmio tra il 20 e il 40%. Diffidate dei prezzi “superscontati”. È buona norma fare attenzione ai saldi con sconti superiori al 50%. In tal caso potrebbe trattarsi non di merce in saldo ma prodotta per i saldi (succede per esempio con molta probabilità quando il capo è presente in tutte le taglie e in tutti i colori).

• Se comprate abbigliamento in saldo, fate attenzione all’etichetta. Nel caso di capi particolarmente convenienti capita che manchino le dichiarazioni previste per legge (composizione del tessuto, indicazioni relative alla corretta cura del capo). Anche in questo caso, se il capo è molto scontato potrebbe essere stato prodotto in fretta appositamente per le svendite di fine stagione. È un affare, ma fino a un certo punto.

• Cercate di ricordare qual era il prezzo del prodotto o del capo d’abbigliamento che avete visto in vetrina o in negozio, che vi interessava ma che non avete acquistato perché era un po’ troppo caro. Verificate sul cartellino che, una volta in saldo, lo sconto sia calcolato proprio su quel prezzo e non su un altro (nelle vendite di fine stagione devono essere indicati entrambi i prezzi: quello di partenza e quello scontato, con la percentuale di sconto applicata).

• Affidatevi anche al vostro gusto: comprate se quel prodotto in saldo vi piace o vi serve, non solo perché è conveniente. Se poi non lo mettete o non lo usate, il risparmio di oggi si rivelerà puramente illusorio: sarà stata solo una spesa.

Cosa comprare? Meglio non farsi suggestionare dal cartellino invitante del prezzo e comprare indiscriminatamente, ma puntare sugli articoli desiderati e non comprati finora perché troppo cari. Il sito Stilosophy suggerisce una top list della stagione invernale 2012-2013 per quanto riguarda l’abbigliamento femminile partendo dal colore bordeaux, il più gettonato in molte collezioni di moda. Segnala poi la pelliccia ecologica, i colletti fashion, la “doctor bag”, le scarpe basse e stringate.

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