L’educazione finanziaria è legge

Approvato in extremis il decreto "salva risparmio", che contiene un piano nazionale sull'educazione finanziaria. Si parte da uno stanziamento “simbolico” di un milione di euro, un primo passo importante

L’educazione finanziaria diventa legge. Dopo numerosi tira e molla, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge di conversione del decreto legge n. 237 del 23 dicembre 2016 (il cosiddetto decreto Salva-risparmio), che contiene un articolo dedicato alle “Disposizioni generali concernenti l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale”. Il provvedimento è arrivato in extremis con la fiducia della Camera al decreto legge, riuscendo così a superare gli ostacoli incontrati a fine gennaio. Per il momento la cifra stanziata alle iniziative di educazione finanziaria è più che altro simbolica, pari a un milione di euro, ma l’approvazione della legge rappresenta comunque un passo importante per un’Italia che, nel campo dell’alfabetizzazione finanziaria, è rimasta a lungo molto indietro rispetto agli altri Paesi europei.

Cosa prevede la legge? Prima di tutto la definizione di una strategia nazionale, fino ad oggi grande assente nel settore dell’educazione finanziaria nel Belpaese: il ministero dell’Economia e della Finanza e quello dell’Istruzione dovranno istituire un comitato di esperti (delegati del governo e rappresentanti delle diverse categorie, tra cui uno dei consumatori e uno della consulenza finanziaria), che sarà a sua volta chiamato a mettere a punto la strategia entro 6 mesi dall’entrata in vigore della legge. L’obiettivo è dotarsi di una cornice normativa in grado di coordinare le iniziative varate da soggetti pubblici e privati (che aderiscono su base volontaria) e definire le modalità attraverso le quali integrare l’educazione finanziaria nelle attività scolastiche. L’auspicio è che la strategia nazionale possa vedere la luce entro l’estate del 2017.

Le tempistiche. I tempi sono stabiliti con precisione: “nel testo del provvedimento è previsto che, entro 3 mesi dall’entrata in vigore della legge, il ministro dell’Economia, di concerto con il ministro dell’Istruzione e il ministro dello Sviluppo, istituisca con decreto il comitato ad hoc, mentre entro 6 mesi dall’entrata in vigore della legge, il ministro dell’Economia, di concerto con il ministro dell’Istruzione, deve adottare direttamente il programma per la strategia nazionale dell’educazione finanziaria”, evidenzia Maurizio Bernardo, presidente della Commissione Finanze della Camera e firmatario dell’emendamento insieme al presidente della Commissione Finanze del Senato Mauro Maria Marino. La legge pone inoltre “grande attenzione alla parte del risparmio a fini previdenziali, per consentire ai cittadini di acquisire le conoscenze di base per programmare i piani pensionistici”, aggiunge Bernardo.

Un cambiamento atteso da tempo. Del resto una presa di posizione appariva ormai necessaria: “Ocse e Consob ci raccontano che siamo tra gli ultimi Paesi industrializzati per alfabetizzazione economico-finanziaria”, riconosce il presidente della Commissione Finanze della Camera. “Ora vogliamo dare più informazioni, trasparenza e una perché no una cultura generale sul mondo delle banche, delle assicurazioni e del risparmio previdenziale”. Non solo: “Questa legge potrebbe essere l’occasione per proporre una formazione adeguata anche a chi propone e vende prodotti finanziari”. Dovremo aspettare dunque le prime mosse della cabina di regia istituita da Mef e Miur per capire concretamente quale sarà la strategia da mettere in campo nei prossimi anni in tema di educazione finanziaria. Con una precisazione da tenere a mente: l’obiettivo non è quello di creare degli esperti di finanza, ma di dotare i cittadini di tutti gli strumenti necessari per prendere decisioni consapevoli in tema di risparmio e investimenti.

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