È tempo di università…

Per molti sta per arrivare il momento di iscriversi: ecco come districarsi tra tasse, facoltà a numero chiuso e corsi online...

Un po’ di storia… Le università hanno origine medievale: derivano il nome dalle associazioni (universitates) in cui si riunivano insegnanti e studenti delle scuole (studia) di una città. Nel XII-XIII secolo assunsero la fisionomia di corporazioni, con statuti propri, riconosciuti dall’autorità laica o ecclesiastica. Le università medievali prevedevano quattro facoltà: quella delle arti (frequentata da studenti fra i 14  ei 20 anni e che forniva una cultura di base) e quelle superiori di diritto, medicina, teologia. La più antica è la scuola medica di Salerno (XI secolo); seguono quella di Bologna (1158), Parigi (1180), Cambridge (1209), Oxford (1214), Salamanca (1218), Padova (1222), Napoli (1234) e Coimbra (1308) [Fonte: Le Garzantine].

Le migliori università d’Italia. Nella classifica di Censis-Repubblica 2012 sui migliori atenei italiani, l’università di Siena, Trento e il Politecnico di Torino si sono piazzate rispettivamente alle prime tre posizioni. I parametri: servizi (relativi fondamentalmente a vitto e contributi alloggio); borse di studio e contributi erogati a favore degli studenti dagli enti per il diritto allo studio; strutture offerte (numero di posti che ogni iscritto ha a disposizione in aule, biblioteche, laboratori e spazi sportivi); web, ossia il livello di usabilità dei siti internet degli atenei e la funzionalità dei contenuti pubblicati; internazionalizzazione degli atenei (riguardante il numero di iscritti stranieri, la mobilità degli studenti, le spese delle università a favore degli scambi internazionali, i corsi di laurea a doppio titolo). Complessivamente sono stati analizzati 61 atenei statali [Fonte: http://www.universita.it].

Le professioni più richieste. Sempre dal rapporto citato, sono emerse anche le professioni ad alto livello di specializzazione più ricercate dal mercato del lavoro fino al 2015: lauree in Ingegneria (l’85 per cento dei laureati troverà lavoro entro 3 anni dalla laurea); in Giurisprudenza; campo dell’Educazione e della Formazione. Complessivamente a fine 2015, i datori di lavoro avranno assunto in media il 9,2 per cento in più di laureati rispetto al 2010 [Fonte: http://www.universita.it].

Quale facoltà scegliere? Dilemma degli studenti appena diplomati è quale corso di laurea scegliere. Diversi siti offrono sezioni dedicate all’orientamento: Skuola.net, per esempio, dà la possibilità di fare dei test attitudinali per scoprire quali sono le proprie inclinazioni e scegliere il corso di studi in base ad esse. Anche Studenti.it ha una sezione ben approfondita a questo proposito.

I test di Almalaurea. Almalaurea è un consorzio che da anni si pone come «ponte fra università e mondo del lavoro e delle professioni». AlmaOrièntati è un percorso in quattro tappe che mira ad aiutare lo studente a risolvere i dubbi nella scelta universitaria e a evitare di compiere un passo che in un quinto dei casi si rivela sbagliato e lo porta a ritirarsi dopo un anno. Ecco le tappe:

–      individuare i punti di forza;
–      conoscere il sistema universitario e il mercato del lavoro;
–      cercare il corso di studio, individuando i corsi di laurea in base alle materie di studio che più piacciono;
–      valutare le aspirazioni lavorative per scegliere meglio il percorso universitario.

Fuoricorso. Nelle università italiane si contano 598.512 studenti fuoricorso, su 1.781.786 iscritti. Fuoricorso laureati dell’anno 2010/2011: 162.611 in Italia, di cui 93.170 donne.

Facoltà a numero chiuso. Il Miur, l’ente del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca è il punto di riferimento ufficiale e istituzionale per l’università. Sul sito è possibile reperire tutte le informazioni necessarie per districarsi nel mondo universitario, con l’elenco degli atenei, dei corsi formativi e, nota dolente per molti, dell’accesso a quelli a numero programmato. A questo proposito c’è una sezione del sito specifica a questo link con i calendari delle prove di ammissione e i relativi bandi.

Test di prova. I test di ammissione vanno affrontati preparandosi per tempo e, quindi, oltre ai testi, sono molto utili anche le simulazioni delle prove che si trovano online: su Universitaly.it, solo per citare qualche esempio, o su Testuniversitari.it, è possibile trovare i test degli anni precedenti e cimentarsi in anticipo con la prova. Inoltre, bisogna sempre fare attenzione alle date di scadenza della presentazione delle domande di ammissione: per evitare spiacevoli disguidi il consiglio è quello di verificare i bandi sui siti specifici delle università.

Le tasse. Una volta superato il test, bisogna pensare alle tasse universitarie da pagare.  Il decreto della spending review, la revisione della spesa dello Stato che comporterà un risparmio di 4,5 miliardi per il 2012 e di 10,5 miliardi per il 2013, si è focalizzato anche sulle tasse universitarie: nessun aumento delle rette, fino al 2016, per gli studenti in regola con gli esami e che hanno un reddito familiare fino a 40 mila euro. Per le altre fasce di reddito è possibile che gli studenti possano vedersi aumentare le rette anche se in regola con gli esami. Tagliati, inoltre, di 10 milioni i fondi delle università non statali. Per gli studenti fuoricorso, invece, è previsto che le università potranno aumentarne le tasse, fino a raddoppiarle rispetto agli allievi in regola, nel caso la famiglia abbia un reddito superiore ai 150 mila euro. Anche in questo caso, per avere un quadro specifico della somma necessaria, il consiglio è quello di andare sui siti specifici della facoltà, dove sono presenti anche i termini entro cui pagare il tutto ed eventuali borse di studio e agevolazioni.

A distanza è meglio? Unitelematiche.it è il portale delle università italiane online, che permettono di frequentare le università a distanza. Ecco l’elenco di quelle riconosciute dal Miur:
–      E-Campus
–      Giustino Fortunato
–      Guglielmo Marconi
–      Italian University Line
–      Leonardo Da Vinci
–      Pegaso
–      Tel.M.A.
–      UTIU – Università Telematica Internazionale Uninettuno
–      Università San Raffaele
–      Unicusano
–      Universitas Mercatorum

A questo link, invece, l’elenco completo delle facoltà e dei corsi di laurea a distanza, che naturalmente hanno lo stesso valore legale delle altre. Anche qui la convenienza o meno dipende dal singolo caso: si risparmia sicuramente sul costo dell’affitto nel caso in cui si debba cambiare città per frequentare l’università, ma si perde l’interazione faccia a faccia e l’esperienza tipica di “vita universitaria”.

E all’estero? Il sito Università.it spiega paese per paese come iscriversi in un università straniera. Ad esempio per iscriversi ad un’università tedesca bastano un diploma di scuola superiore, la certificazione della lingua tedesca o delle lingue richieste, il tutto da proporre alla segreteria all’istituto che si intende frequentare assieme al questionario di candidatura. Per fare l’università in Francia, che sia privata o una Grande Ecole si devono superare i concorsi d’ammissione ai vari corsi di laurea. Gli studenti possono frequentare delle classi preparatorie che durano due anni. L’anno accademico in Francia inizia il 1° ottobre e finisce il 30 giugno. L’iscrizione può essere effettuata nel semestre che precede l’inizio delle lezioni. Per gli studenti stranieri che intendono studiare in Francia sono sempre disponibili uffici a loro dedicati per fornire informazioni di vario genere dai corsi agli alloggi alle borse di studio. Sul sito dell’Università di Bologna è possibile trovare la lista completa delle università di tutto mondo.

Curiosità. L’università di Oxford ha cambiato le regole sull’abbigliamento: ora i maschi potranno presentarsi agli esami in gonna e le femmine in tight con farfallino bianco. Secondo le vecchie regole, che se trasgredite provocavano multe, sospensioni o espulsioni, i maschi avevano l’obbligo di vestire un abito scuro, calzettoni neri, camicia bianca, cravattino bianco, scarpe nere, sotto la tradizionale toga nera; e le femmine dovevano indossare gonna o pantaloni scuri, camicia bianca, un nastrino nero a farfalla, calze e scarpe nere. Il rettore Hamilton ha cambiato il regolamento per «non creare disagio alla pur minuscola comunità di allievi transgender, insomma a coloro che hanno cambiato sesso, o vorrebbero cambiarlo, o si sentono incerti sulla propria sessualità» [Fonte: Enrico Franceschini, la Repubblica].

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