Dura la vita senza il portinaio? Ecco le alternative per ricevere i pacchi

Da un lato è boom per l’e-commerce viveva un boom in Italia, dall’altro ricevere pacchi a casa diventa più difficile, con la progressiva scomparsa delle portinerie: ecco tutti i servizi alternativi per ricevere e spedire pacchi

In Italia L’e-commerce è tra i pochi settori a non conoscere crisi. Le previsioni per il 2017, secondo Netcomm, il Consorzio del commercio elettronico italiano, sono di una crescita del 20%, per un valore di 23,4 miliardi di euro. Solo nel 2013, quattro anni fa, erano 12,6 miliardi. Ma a chi vengono consegnati tutti questi pacchi? Le portinerie in Italia stanno sparendo: secondo una ricerca del Politecnico di Milano chiudono al ritmo di 400 ogni anno. Secondo l’Ascf, l’associazione di addetti ai servizi condominiali e di fabbricato, in Italia ce ne sarebbero tra 50mila e 60mila. Significa che la maggior parte degli italiani non ha un portinaio al quale affidare la ricezione dello shopping online. Ma quali sono le alternative per non passare intere giornate in casa aspettando un corriere? Eccole.

I locker negli uffici postali e nei supermercati. Amazon, il più importante portale di e-commerce in Italia e nel mondo, ha una sua rete di punti di ritiro, dove farvi recapitare gli acquisti e ritirarli quando vi è più comodo. Sul sito c’è la lista dei locker: si trovano in 10mila uffici postali, nelle librerie Giunti al Punto, in banche, supermercati, stazioni di servizio, alcuni aperti anche 24 ore su 24. Sono in tutto in una cinquantina di città italiane e funzionano in modo semplice: quando effettuale l’acquisto sul sito selezionate il locker più comodo per voi, quando il pacco è stato consegnato arriva una notifica, voi andate, digitate il codice personale ricevuto via mail, afferrate l’ambito pacco e tornate a casa. I locker trattengono la consegna per tre giorni lavorativi, al termine dei quali il pacco ritorna ad Amazon (e l’acquisto viene rimborsato).

La stazione di servizio come fermoposta. Il locker non è un’invenzione di Amazon. Molti grandi marchi della logistica hanno provato ad aumentare la competitività piazzando i loro locker sull’ultimo miglio ed evitando il collo di bottiglia delle portinerie sparite. DHL ha una partnership con le stazioni di servizio ENI, che sono diventate hub per la consegna e il ritiro dei pacchi. TNT ha installato negli ultimi tre anni centinaia di locker di ultima generazione per ritirare i pacchi usando un codice di transazione o un pin: si trovano nelle stazioni di servizio, nei centri commerciali e nei supermercati. Anche le stazioni di servizio TotalErg hanno installato i propri locker fermo posta, l’idea è sempre quella, farvi ottimizzare i tempi e ritirare i pacchi mentre si fa la benzina.

Il barista è il nuovo portinaio. Non ci sono solo le ampie reti di locker nella grande distribuzione. Anche tabaccai, bar e piccoli negozi di quartiere hanno cominciato ad arrotondare i fatturati fungendo da fermoposta per l’e-commerce in cambio di una piccola commissione. Si appoggiano a una serie di piattaforme online che sfruttano il principio della sharing economy: i negozietti sono aperti per ricevere la posta e hanno spazio per ricevere e stoccare la merce dei vicini per qualche giorno, lo fanno in cambio di una piccola somma. I siti che potete usare per scoprire se un negozio vicino casa vostra offre questo servizio sono Indabox, IoRitiro (che ha un’interessante meccanismo di fidelizzazione e crediti), Pronto Pacco, Fermo Point, che consente anche la delega a parenti e amici.

La buca delle lettere nel bagagliaio. Poi ci sono due piattaforme che applicano la sharing economy alla logistica in modo ancora più drastico. Koiki e PackagePeer (non ancora attive in Italia) trasformano in portinai direttamente i vicini di casa: ci si scambia del tempo a disposizione in attesa dei pacchi e chi lavora da casa (o è a casa per altri motivi) riceve la posta anche per gli altri. Altra idea interessante è quella della Volvo. Il suo servizio si chiama In-Car Delivery: il corriere ha un dispositivo che consente una singola apertura del bagagliaio della macchina con una chiave digitale monouso, la rintraccia via GPS e ci deposita dentro il pacco. E infine c’è il ritorno della vecchia, cara portineria. In Francia è nato il modello della portineria di quartiere, creato da un giovane imprenditore, Charles-Edouard Vincent, che ne ha aperte cinque a Parigi, chiamandole Lulu dans ma rue. Il portinaio di quartiere lavora all’interno di vecchie edicole riqualificate, serve tutti i palazzi della zona, ritira i pacchi e svolge piccoli lavori manuali. L’esperienza è stata di recente importata anche a Milano, con la Portineria 14, e a Bologna con “Percorsi”.

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