Dottore, ho bisogno di un consulto… online

Sempre più utenti si rivolgono al web per avere informazioni mediche e confrontarsi sulla propria salute. E in Inghilterra arriva Skype...

Italiani. Un italiano su 5 usa Internet per cercare indicazioni mediche [Fonte:  Annuario Scienza e Società 2011 di Observa].

Pagine. Oltre 80 milioni le pagine web su temi che riguardano la salute.

Prima del medico. Secondo un sondaggio dell’università La Sapienza di Roma condotto nel 2010, 6 utenti su 10 si rivolgono alla rete prima di telefonare al proprio medico di base. Il motivo per cui si preferisce usare il web è la volontà di conoscere le esperienze di pazienti che soffrono dei medesimi disturbi e il desiderio di sapere che cosa altri pazienti/cittadini dicono di un certo trattamento o di un dato farmaco. Si cercano (e si trovano più rapidamente) notizie su patologie, terapie, effetti collaterali, informazioni su ospedali, recapiti per prenotare visite, nomi di specialisti e infine indicazioni su prevenzione e corretti stili di vita.

Affidabilità. L’84% degli italiani tra i 18 e i 35 anni preferisce aggiornarsi o chiarirsi le idee consultando i media online,  piuttosto che affidarsi a stampa, radio e tv. I canali considerati più attendibili per acquisire informazioni sono i siti di informazione scientifica (80%), quelli delle associazioni mediche (80%) e quelli delle associazioni di pazienti (65%).  Solo il 48% degli intervistati considera affidabili le informazioni divulgate da stampa e radiotelevisione, prese più in considerazione però rispetto a forum, social network e blog [fonte: “L’informazione medico-scientifica” di Eikon Strategic consulting].

Via Skype. In Inghilterra, Bruce Keogh, il direttore dell’Nhs (il Servizio sanitario nazionale), ha presentato un nuovo progetto che prevede la comunicazione tra dottori e pazienti via Skype. «Aprirebbe le porte a un servizio 24 ore su 24, sette giorni su sette. Inoltre abbatterebbe le barriere geografiche con cui molti pazienti devono fare i conti». Anche in Francia, dove le visite mediche via web sono state autorizzate a partire da quest’anno, medico e paziente possono guardarsi in faccia grazie a una web-cam e dialogare attraverso messaggi scritti. Terminato il consulto, le prescrizioni vengono inviate, per mail o per posta, al paziente o al suo farmacista. Negli Stati Uniti, un servizio simile, ma a pagamento, è fornito da American Well: in qualunque momento e luogo gli utenti interagiscono a distanza col proprio medico, che così può monitorare costantemente lo stato del paziente e l’efficacia delle cure mediche. In Italia, non ci sono ancora servizi simili. Blog, forum e social network restano il sistema più diffuso per un confronto online.

Blog. Eugenio Santoro, responsabile del Laboratorio di Informatica Medica all’Istituto Mario Negri di Milano, al Corriere della Sera: «I blog sono stati i primi a partire. Sono spesso gestiti da pazienti e consentono, sostanzialmente, uno scambio di storie e di esperienze. Offrono un supporto che i medici difficilmente garantiscono dopo le dimissioni dall’ospedale». Uno degli svantaggi è che le discussioni nascono su proposta di chi gestisce il blog.

Social network. A differenza dei blog, sui social network, chiunque può fornire uno spunto per la discussione e l’interazione è più flessibile (si può linkare un video, un’immagine o un articolo). Anche Facebook e Twitter ospitano pagine mediche pubbliche, spesso aperte dalle stesse strutture sanitarie. Questo sistema è sicuramente più attendibile, ma più sterile, essendo filtrati i commenti troppo negativi da parte degli utenti.

Pazienti.org. Pazienti.org, nato dall’esperienza del portale britannico PatientOpinion, da una parte permette ai pazienti di condividere le proprie esperienze (non necessariamente negative) e di dare i voti alle strutture ospedaliere; dall’altra, consente alle strutture sanitarie di informare e aprire un dialogo con gli utenti per migliorare il servizio offerto.

Codice. Nel ricercare informazioni e cure mediche online, bisogna fare attenzione. Gianfranco Gensini, presidente della Società italiana di telemedicina, al Corriere: «In molti siti c’è il rischio di accedere a informazioni non basate sulle evidenze mediche, ma veicolate da soggetti economici che usano il web per scopi commerciali». È fondamentale per questo visitare siti, portali e forum, gestiti da consulenti e medici esperti. Per valutare l’attendibilità di un sito esiste l’HONcode (Health on the net code of conduct), un codice per la certificazione dell’informazione medico-scientifica online. I siti, italiani e non, con il bollino Hon-code devono indicare se le informazioni sono state scritte da medici qualificati, ricordano la necessità di un consulto medico, citano le fonti e la data di aggiornamento delle notizie pubblicate, rendono palesi eventuali sponsorizzazioni a carattere pubblicitario. Per blog e social network, invece, non c’è nulla di simile. A dialogare su un blog potrebbe essere chiunque. Per questo le informazioni riferite dagli utenti vanno sempre discusse col proprio medico.

Wikipedia. Su Wikipedia chiunque può modificare le informazioni. Con Wikiscanner si può risalire agli autori dei contributi e capire da chi sono state modificate le pagine riguardanti in qualche modo la salute. Un paio di anni fa si è scoperto che a produrre una serie di cambiamenti alla voce di un antipsicotico era stata una persona riconducibile alla casa farmaceutica che lo produce. È bene quindi controllare da chi arrivino certe indicazioni o commenti perché, a volte, può capitare che essi non siano del tutto disinteressati.

Potenzialità enormi. Brignoli al Corriere Economia: «Ferma restando la necessità di discutere sempre diagnosi e terapie con il proprio medico, evitando il fai da te sull’onda di informazioni trovate in Rete, bisogna sottolineare che per i pazienti il web è molto prezioso. In passato per le scelte di salute ci si poteva solo affidare al sapere del medico, oggi è possibile un confronto più informato e consapevole. Senza contare che Internet, attraverso i social network o le semplici email, è destinato a diventare sempre di più un canale privilegiato di comunicazione medico-paziente. Poter parlare online con i pazienti significa migliorare il rapporto di fiducia, rassicurarli, gestirli meglio e magari anche ridurre gli accessi inutili al pronto soccorso. Si tratta di uno strumento dalle potenzialità enormi, di cui non aver paura: se fra medico e paziente si è costruito un rapporto proficuo, il malato scriverà una mail o contatterà il medico su Facebook solo quando ne ha davvero bisogno».

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