Mentre il dollaro soffre l’effetto Trump, l’euro risale

Man mano che la politica del Presidente USA si rivela sterile, il dollaro perde terreno e l’euro ne approfitta. Quali scenari si aprono ora?

La democrazia è questione di numeri e quando non li hai a disposizione, devi fare i conti la realtà: è quello che è successo all’amministrazione Trump con la modifica di Obamacare.  Il progetto di legge che avrebbe dovuto rimpiazzare la riforma sanitaria di Obama, infatti, non ha trovato l’appoggio compatto del fronte repubblicano e adesso Trump si trova in difficoltà, perché dopo 6 mesi di mandato la sua azione politica si è dimostrata piuttosto sterile.

Il dollaro soffre la politica. In questo contesto d’incertezza, a pagare le conseguenze è il dollaro che dopo aver svolto il ruolo di moneta forte per la maggior parte degli ultimi 5 anni, ora si trova in difficoltà come se gli investitori gli attribuissero un rischio maggiore. A beneficiarne maggiormente è invece la nostra valuta, l’euro, che da inizio anno proprio nei confronti del dollaro è cresciuto del +9,6%. In pochi ci avrebbero scommesso.

Smentite le previsioni di inizio anno. A inizio anno, le previsioni degli analisti vertevano su un dollaro stabile. Erano davvero in pochi quelli che credevano che il tasso di cambio USD / EUR, ovvero il valore di 1 euro in dollari, potesse allontanarsi dalla parità. Eppure dopo sette mesi, l’euro si è portato nei confronti del dollaro sui massimi da oltre 10 mesi, ed è uscito dal trading range degli ultimi 3 anni.

Cosa è successo.  A detta di molti specialisti da un punto di vista fondamentale la valuta euro è ampiamente sottovalutata rispetto al dollaro.  In prima battuta l’elezione di Trump è stata accolta con entusiasmo dai mercati per via del piano di riforme (deregulation, investimenti e taglio delle tasse) che avrebbe dovuto prolungare un ciclo economico che cominciava ad essere stanco. Perciò, fino ai primi giorni di gennaio 2017, il dollaro poteva contare su due punti di forza: aspettative di crescita positive e politica monetaria sempre meno accomodante. Tuttavia, con il passare dei mesi, il mercato ha dovuto ricredersi sull’impulso riformatore di Trump e fare i conti con la ripresa della zona euro più rapida e robusta del previsto. Se da un lato il dollaro è diventato più rischioso per via dell’incertezza politica, l’euro sta riguadagnano la fiducia perduta.

Cosa potrebbe succedere. Nei prossimi mesi, se non ci saranno cambi drastici di politica monetaria, quindi se la BCE continuerà ad essere meno accomodante e la FED ad aumentare gradualmente i tassi d’interesse, l’equilibrio del cambio dipenderà in gran parte dai dati economici. Il dollaro potrà recuperare terreno nei confronti dell’euro se i dati economici torneranno a sorprendere in positivo gli analisti oppure se arrivasse qualche notizia positiva sul fronte della riforma fiscale. Dall’altra parte della barricata, l’euro potrebbe ulteriormente rafforzarsi se il ciclo economico si confermasse solido e se Macron, in Francia, riuscirà a portare avanti e a far approvare la nuova legge sul lavoro, primo test politico per il neo Presidente francese

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