Arriva Spotify, e l’Italia cambia musica

Sbarca nel nostro Paese il servizio che permette di ascoltare in streaming venti milioni di brani. Come funziona e quanto costa....

Finalmente anche in Italia. Il 12 febbraio, dopo un’attesa durata più di quattro anni, Spotify è sbarcato anche in Italia. Oltre che nel nostro Paese, il servizio musicale in streaming che permette di ascoltare fino a venti milioni di brani on demand, nei giorni scorsi ha aperto i battenti pure in Portogallo e in Polonia.

Spotify, che cos’è. Lanciato in Svezia nel 2008, Spotify è un servizio di ascolto di musica in streaming totalmente legale che conta tra Europa e Stati Uniti venti milioni di utenti attivi (cinque milioni a pagamento). A differenza di quanto avviene nei negozi di download tipo iTunes (o nei servizi di filesharing come emule e BitTorrent), su Spotify le canzoni non vengono scaricate e conservate nell’hard disk, si ascoltano senza salvarle, un po’ come avviene con i video di youtube . A differenza della radio, poi, il servizio è on demand: è sempre l’utente che sceglie che cosa ascoltare. Per capire ancora meglio di che cosa stiamo parlando basta dare un’occhiata al video disponibile a questo link sul canale ufficiale di Spotify (informazioni disponibili anche sull’account Twitter e sulla pagina Facebook.).

Come funziona. Per usare Spotify basta accedere al sito e scaricare l’applicazione ufficiale, disponibile per i principali sistemi operativi  desktop e mobile (ecco dove scaricare l’app per iOS e Android). Quindi bisogna creare un account, decidendo se aprirne uno partendo da un indirizzo email o usando il proprio profilo Facebook.

I prezzi e gli abbonamenti. Tre le possibilità di abbonamento. Il piano base, Spotify Free, gratuito, che permette di accedere all’intero catalogo musicale di Spotify e di ascoltare dal computer fino a dieci ore di musica al mese – 2,5 ore a settimana – intervallate da spot pubblicitari (circa tre minuti ogni tre ore, assicurano dallo staff). Con l’abbonamento Unlimited, 4,99 euro al mese, si eliminano spot e limite orario, ma si è comunque vincolati alla connessione internet e al limite di un unico dispositivo, quello scelto in fase di installazione. L’abbonamento Premium, 9,99 euro al mese, infine, permette di ascoltare tutta la musica online e offline sui propri dispositivi, fissi e mobili, tramite le applicazioni ufficiali disponibili, gratis, nei rispettivi store: App Store, Google Play e Windows Phone Store. Per ora la versione Premium si può provare gratuitamente, dopo aver inserito i dati della propria carta di credito, per trenta giorni: scaduto il periodo di prova si può decidere di interrompere o confermare il rinnovo automatico (a pagamento, ovviamente).

Infinite playlist. Punto di forza di Spotify sono le playlist. Quando un utente le crea, vengono registrate sul suo account. A ogni collegamento le ritrova esattamente come le aveva organizzate e può anche decidere se pubblicarle su blog, tumblr e sui social network (per farlo, bisogna cliccare con il tasto destro del mouse sul nome della playlist e scegliere “copy” o “share”).

100% legale. Spotify è un servizio legale al 100%: la musica che offre è autorizzata da autori ed editori. Il suo catalogo comprende più o meno venti milioni di canzoni (a seconda del paese: per ascoltarle tutte ci vorrebbe qualche centinaio di anni). Anche se non è ancora al livello del leader storico della musica online, iTunes, come punto di partenza non è male. Il catalogo cambia giorno dopo giorno e lo stesso discorso vale per le opzioni offerte. A marzo, per esempio, arriveranno anche i servizi Follow e Discover per seguire gli account di artisti, celebrità e amici. Spiega Veronica Di Quattro, giovane manager che guida lo sbarco di Spotify in Italia: “Le novità per il futuro sono sostanzialmente due. Con Follow sarà possibile seguire gli artisti e i loro gusti musicali: che cosa ascoltano, quali playlist fanno. Discover, invece, proporrà i brani sulla base delle scelte dei propri amici. Inoltre ci saranno le notifiche degli artisti seguiti per sapere se è uscito un album nuovo o se c’è un loro concerto dalle mie parti. E tutto questo senza che sia più necessario registrarsi attraverso Facebook”.

Un’alternativa alla pirateria. La scelta di presentare la piattaforma sul mercato italiano in concomitanza col Festival di Sanremo non è stata casuale. Durante la settimana sanremese sulla piattaforma sono stati disponibili in esclusiva gli streaming di Chiara, Max Gazzè, Marta sui Tubi, Il Cile e Annalisa. Spotify ha stretto accordi con le maggiori case discografiche (EMI, Sony Music e Warner) e con etichette indipendenti (Made in Etaly, Sugar e Pirames International).  Dice Di Quattro: “Spotify è stato creato dal fondatore, Daniel Ek, come un’alternativa legale alla pirateria. Ha già dato 500 milioni di dollari all’industria musicale ed è la seconda fonte di ricavi digitali per le case discografiche in Europa. In Svezia da quando esiste il nostro servizio, cioè dal 2009, il download illegale è sceso del 25%. Mi auguro che grazie a un prodotto gratuito, semplice e rapido, in grado di offrire tutta la musica che si può desiderare, succeda lo stesso anche in Italia”.

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