Acqua, candeggina e genialità per illuminare il mondo

Una bottiglia, due litri d’acqua e qualche goccia di candeggina: entro il 2014 un milione di case nella periferia del mondo avranno la luce anche in assenza di corrente elettrica. Merito di un meccanico, e della sua intuizione geniale...

Una bottiglia, acqua e candeggina. Una bottiglia, dell’acqua e qualche goccia di candeggina. Per creare la “Moser Lamp”, una lampada fatta in casa, non serve altro, nemmeno l’elettricità. Così, a parte questi tre ingredienti, al meccanico brasiliano Alfredo Moser per illuminare le periferie del mondo è bastata solo un po’ di fantasia. Nelle Filippine, per esempio, dove un quarto della popolazione vive sotto la soglia della povertà, la “Moser Lamp” ha preso piede in 140mila case. A tentare l’esperimento e a trarne giovamento ci sono anche India, Bangladesh, Tanzania, Argentina e Isole Fiji.

Tutta colpa dei black out. Al meccanico, che pare – così racconta la moglie – sia molto bravo nei lavoretti domestici, il desiderio di trovare un’alternativa alla corrente elettrica era venuto nel 2002 dopo i frequentissimi black out che avevano colpito Uberaba, la città del sud del Brasile dove vive. Stanco di guasti elettrici, Moser ha iniziato a giocare con l’idea della rifrazione della luce solare in acqua e in poco tempo ha risolto il problema.

La lampada, passo dopo passo. La lampada di Moser è semplicissima da realizzare: si prende una bottiglia con due litri d’acqua cui si aggiunge un po’di candeggina (due tappi per due litri) per preservarla dalle alghe e mantenerne la trasparenza. Si fa un foro nel tetto, si posiziona la bottiglia, si fissa con la resina poliestere e il gioco è fatto. L’esperimento, comunque, deve essere fatto con molta attenzione: la candeggina è sostanza infiammabile e, se miscelata erroneamente, può dare luogo a fumi tossici molto pericolosi per la salute. Qui il video dimostrativo.

Lampade fino a 60 watt. Il risultato? Durante il giorno illuminazione organica, senza emissione di anidride carbonica. A seconda dell’intensità del sole, la potenza di queste lampade artigianali si aggira tra i tra 40 e i 60 watt.

Un’invenzione mai brevettata. Moser, che non ha mai brevettato l’invenzione (quindi non c’ha guadagnato nulla) ha istallato le sue lampade-bottiglia anche nella casa dei vicini e in un supermercato della zona: racconta che con i soldi risparmiati un padre ha potuto mandare la figlia a scuola.

Un milione di baracche illuminate nel 2014. La Fondazione filippina My Shelter, specializzata in costruzioni alternative, ha cominciato a produrre le nuove lampade dal giugno del 2011: entro l’inizio del 2014 un milione di case, per lo più baracche, saranno illuminate grazie alle bottiglie di Moser.

Nelle Filippine ce ne sono 12 mila. In base alla ricostruzione del giornalista britannico Lee Marshall, l’idea di Moser è stata ripresa (e forse copiata) da Amy Smith, ingegnere del Massachussets Institute of Technology, che ha usato una bottiglia piena d’acqua e candeggina per illuminare le abitazioni più povere di Haiti. La “Solar Bottle Bulb”, legata al progetto “Un litro di luce”, illumina dal 2010 le case della periferia di Manila. Nelle Filippine le bottiglie-lampade sono vendute e installate a un dollaro: a oggi ne sono state distribuite 12 mila.

Riscaldare una stanza con 12 centesimi al giorno. L’altra trovata ecologica di cui si è molto parlato in questi giorni sul web è un metodo semplicissimo per riscaldare gli ambienti. Si tratta di un sistema che sfrutta i principi scientifici del passaggio del calore e permette di scaldare spazi fino a venti metri quadrati con una spesa di circa 12 centesimi al giorno. L’ha messo a punto il giornalista e skipper Dylan Winter per affrontare l’inverno nella sua barca. Basta dotarsi di una vaschetta da cucina in metallo, di due vasi di terracotta – uno leggermente più grande dell’altro – e di quattro candeline. Il video che spiega come fare, postato su YouTube tempo fa, ha raggiunto oltre tre milioni di visualizzazioni.

Un sistema semplicissimo. Per realizzare questo sistema basta posizionare le candeline accese nella vaschetta e coprirle con i due vasi, forati sul fondo e capovolti. Dato che il calore tende ad andare verso l’alto, e grazie alla creazione di una corrente di convezione tra aria calda e aria fredda, l’aria calda fuoriuscirà dal foro centrale del vaso più grande e permetterà di riscaldare la stanza. Per scaldare una stanza bastano quattro candeline per volta. Ogni candelina ha una durata di quattro ore: quattro candele al mattino e altrettante il pomeriggio basteranno per portare calore nelle stanze in cui si trascorre la maggior parte del tempo.

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