Le signore anticrisi

Sono le donne a dare il meglio di sé nei periodi di difficoltà economica. Lo rivela una ricerca di ING Direct e Gfk...

A modo mio. C’è chi rinuncia da subito alle spese superflue, come cinema e ristorante. Chi inizia per gradi, cominciando a tenere sotto osservazione entrate e uscite. E chi invece dà una stretta generalizzata a tutti gli esborsi, tanto per non sbagliare. I modi per reagire alla crisi sono tanti e ognuno segue quello che più gli è congeniale: l’importante, alla fine, è far quadrare i conti anche in un periodo di difficoltà, magari continuando a coltivare qualche progetto per il futuro.

Scelte personali. Lo stile adottato, quindi, è frutto di una scelta personale, almeno fino a un certo punto. Ma non tutte le strategie sono ugualmente efficaci né vengono portate avanti con la stessa abilità o con identica disinvoltura: anche di fronte ai problemi provocati dalla crisi economica, infatti, c’è chi se la cava meglio e chi, invece, soffre maggiormente la congiuntura negativa. E in questa gara di resistenza, le donne si comportano meglio degli uomini.

Donne in testa. Proprio così. È l’altra metà del cielo, dipinta da tanta frusta letteratura come schiava dello shopping, incline al lusso e poco sensibile alle tematiche economiche, a dimostrarsi più reattiva: capace di mettere in campo maggiori risorse per far fronte al presente, senza per questo rinunciare a tenere lo sguardo rivolto al domani. È quanto emerge dallo studio commissionato da ING Direct alla società di ricerche Gfk, sullo stato economico delle famiglie italiane negli ultimi mesi del 2012.

Indice di benessere. Metro di giudizio è l’Indice di benessere finanziario (IBF), un indicatore ideato da ING Direct che dal 2011 valuta l’atteggiamento (anche psicologico) delle famiglie verso sei aspetti fondamentali della finanza personale: risparmi, mutui, debiti a breve termine, investimenti, reddito e spese correnti. Insomma, un termometro che misura il grado di “comfort” degli italiani, da una parte alle prese con bollette e rate da pagare, dall’altra in cerca del modo migliore per non farsi erodere i sudati risparmi. Il responso è espresso con un punteggio che va da zero (massimo disagio) a 100 (massimo comfort).

Vittoria ai punti. L’indagine, condotta trimestralmente su un campione di mille individui rappresentativo della popolazione, ha fatto registrare un Indice di benessere finanziario in calo: 43 punti di media contro i 43,3 dello scorso giugno e i 47,5 di un anno fa. Ma è scorporando il dato secondo il sesso che arriva la sorpresa, con le donne a 45 punti che sopravanzano gli uomini fermi a quota 41. Quattro punti di differenza “pesanti”, si direbbe in gergo sportivo, che denotano con chiarezza l’atteggiamento più positivo dell’universo femminile.

Controtendenza. Al di là dei luoghi comuni citati in precedenza, il dato sorprende perché è in controtendenza con quelli delle rilevazioni precedenti, in cui l’indice di benessere finanziario riferito alle donne è stato sempre saldamente al di sotto di quello maschile, salvo un significativo avvicinamento registrato la scorsa estate. Si può dire che mentre per quanto riguarda gli uomini il valore IBF è andato sempre calando, sul fronte femminile è risalito dal minimo storico registrato nella primavera del 2012 (41 punti) per poi stabilizzasi a quota 45 intorno alla metà dello scorso anno. Le donne, insomma, vincono sulla distanza.

Futuro difficile. Questo non significa che non abbiano preoccupazioni. La ricerca ING Direct-Eurisko evidenzia anche che il 72% delle lavoratrici italiane teme di non avere fondi sufficienti per andare in pensione, mentre l’80% ritiene che i giovani staranno peggio dei loro genitori. Circa i due terzi, infine, dichiarano una situazione economica peggiorata rispetto ad un anno fa.

Basi solide. Pur non nascondendosi le difficoltà da affrontare, dunque, le donne dimostrano però un certo ottimismo sulla possibilità di farcela: un atteggiamento che poggia su basi molto solide, come una maggiore disinvoltura nel destreggiarsi nei problemi quotidiani e un’abilità consumata nel gestire budget risicati: molto meglio degli uomini sanno come ridurre gli sprechi e ottimizzare le risorse a disposizione e tengono saldamente in mano il bilancio famigliare.

Prudenza e tradizione. Quali strategie mettono in atto per conseguire i loro obiettivi? Per capirlo viene in aiuto un’altra ricerca di ING Direct, questa volta però condotta in 11 Paesi europei. Ne risulta che nel Vecchio Continente le donne controllano con attenzione estratti conto e documenti bancari (67%), non sono disposte a rischiare nemmeno una piccola parte dei risparmi in investimenti rischiosi (61%) e tengono sotto stretta osservazione le spese, ricorrendo magari ai classici “consigli della nonna” per mettere da parte qualcosa in più.

Forti e flessibili. Acquistano dove costa meno, su internet o al discount, e approfittano delle offerte al supermercato. Tagliano su abbigliamento (68%) e sulle spese di auto e benzina (67%). Per far quadrare i conti, infine, rinunciano a cinema e divertimenti (lo fa l’80% del campione) e il 26% di sloro si dice disposto a risparmiare anche sul cibo. C’è qualcuno che ha ancora il coraggio di chiamarle “il sesso debole”?

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