Ztl, per una città che respiri a pieni polmoni

Sempre più comuni mettono al bando le auto. E diventano più ecologici e vivibili. Le regole per rispettare l'ambiente senza troppe rinunce...

Ztl, cioè zona a traffico limitato. Il codice della strada 2011 recita: area in cui l’accesso e la circolazione veicolare sono limitati ad ore prestabilite o a particolari categorie di utenti e di veicoli. La Ztl è diversa dall’isola pedonale che è una zona interdetta alla circolazione dei veicoli, salvo le eccezioni disciplinate dalla legge.

Le Ztl hanno più di trenta anni di vita. Il fenomeno nasce negli anni ’80 ma solo dieci anni più tardi assume consistenza. Perché è a partire dagli anni ’90 che la qualità della vita nelle aree urbane diventa una priorità. La Ztl più famosa d’Italia nacque nel 1980 intorno al Colosseo quando Giulio Carlo Argan, sindaco di Roma, disse «O i monumenti o le automobili». L’esempio venne esportato a piazza Navona, piazza di Spagna, piazza del Plebiscito a Napoli e piazza della Signoria a Firenze.

Oggi quasi 40 capoluoghi in Italia hanno la loro zona a traffico limitato. Da Bolzano a Palermo, con tempi e modi differenti, gli automobilisti italiani devono fare i conti con le limitazioni sancite dal codice della strada. Devono guardare l’orologio, il calendario e il libretto di circolazione della propria auto. O si possono affidare allo smartphone.

È possibile scaricare un’application sulle zone a traffico limitato. Almeno a Verona, Torino, Roma e Milano. Il servizio segnala se è possibile entrare liberamente all’interno della Ztl, dove sono situati i varchi di accesso e quali sono gli orari di apertura/chiusura. Il prezzo varia in base alla città: a Verona e Torino è gratis, a Roma costa 0,79 euro e a Milano 1,59 euro.

A Milano non si parla di Ztl, ma di Ecopass. Il provvedimento interessa una zona all’interno della Cerchia dei Bastoni pari a circa 8 chilometri quadrati. La tariffa è direttamente proporzionale al grado di inquinamento del veicolo: più inquini, più paghi. Ci sono 5 classi di inquinamento che corrispondono, dunque, a 5 tariffe. Nella I classe sono inseriti i veicoli più green: mezzi a metano, gpl, ibridi ed elettrici. Entrare in centro per un giorno con un veicolo di I classe è gratis. Agli antipodi la V classe. Ne fanno parte tutti i veicoli diesel pre-Euro, quelli commerciali diesel Euro 1 e 2 e gli autobus diesel di classe pre-Euro, 1, 2 e 3. La tariffa sale a 10 euro al giorno.

Esiste la possibilità di abbonamenti. I canoni annuali sono calibrati in base alle emissioni. Vanno dai 50 euro per la III classe (per i mezzi di I e II classe è gratis) ai 250 per i mezzi più inquinanti. Sono previste facilitazioni per i non residenti.

A Napoli si chiama maxi-Ztl. Perché è la zona a traffico limitato più grande di Italia: 117 chilometri quadrati interdetti al traffico tre giorni a settimana (lunedì, mercoledì e venerdì) dalle 7,30 alle 10,30 del mattino. Nessun divieto per i veicoli Euro 4, gpl e a metano. Con il primo esperimento, in primavera, il livello di agenti inquinanti nell’aria (Pm 10 innanzitutto) è calato in modo significativo. Il primo beneficio per la cittadinanza? I mezzi pubblici funzionano meglio. In effetti Anm e Metronapoli hanno confermato un incremento medio del 5% nella velocità di percorrenza dei mezzi pubblici su gomma.

A Roma c’è differenza se è giorno o notte. La zona a traffico limitato di Roma copre un’area di più di 4 chilometri quadrati dove le limitazioni aumentano nelle ore serali e notturne. A fronte di due aree interessate dalla Ztl diurna, Centro Storico e Trastevere, di notte le restrizioni interessano anche Testaccio, San Lorenzo e Monti. Nonostante qualche eccezione, in media, la circolazione è inibita dalle 23.00 alle 3.00 nelle notti di venerdì e sabato.

Legambiente ha messo in ordine le città d’Italia. Le città con più zone a traffico limitato secondo Legambiente sono: Siena (30,78 mq per abitante), Mantova (17,23 mq), Pisa (14,89 mq), Verbania (12 mq) e Firenze (11,6 mq). Agli ultimi posti Alessandria, Campobasso, Caltanissetta, Crotone e Cuneo. Roma è al 41° posto (1,54 mq per abitante), Milano al 74° (0,06 mq).

Ogni Ztl ha le sue eccezioni. La logica è il calcolo delle emissioni: minore è il potenziale inquinante del veicolo, maggiori saranno le possibilità di beneficiare delle agevolazioni. In generale sono i mezzi elettrici, ibridi, a gpl e a metano a bypassare (spesso solo parzialmente) i divieti. Alcuni Comuni invece incentivano il car-pooling: nella Ztl di Napoli, ad esempio, è consentito l’ingresso di auto euro 2 o euro 3 (di norma non ammesse perché troppo inquinanti) con almeno 3 persone a bordo. Oltre ai permessi causa forza maggiore: pronto soccorso, emergenza di varia natura, ma anche matrimoni, battesimi o funerali.

La targa-tarocco cinese è illegale. Sequestrati a Ciampino l’anno scorso i copri-targa meccanici provenienti dalla Cina. Un telecomando per azionare uno schermo nero sulla targa al momento di entrare in un’area a traffico limitato. La beffa alle telecamere comporta: multa fino a 311 euro, fermo amministrativo del veicolo per tre mesi e accusa di truffa.

Shared space. La Lowenplatz di Zurigo rappresenta l’ultima frontiera nella gestione del traffico. Non ci sono marciapiedi, non esiste segnaletica, non un segnale di stop né di precedenza. L’idea, e allo stesso tempo la sfida, sta nella interiorizzazione delle regole. Se il cittadino, pedone, ciclista o automobilista che sia, ha incamerato negli anni le regole della strada, non ci sarà bisogno di guardare i semafori, né di temere i vigili. Anche perché, di vigili, in Lowenplatz, non se ne vedono. Pericolo di incidenti? I dati parlano di un incidente mortale (un pedone investito da un automobilista ubriaco) in venti anni.

Il modello di Zurigo: diritti e doveri uguali per tutti. I calcoli del Politecnico di Zurigo evidenziano un consumo diverso dello spazio pubblico: il pedone consuma tre metri cubi di spazio pubblico, il passeggero del tram sette, il ciclista dieci e l’automobilista 115. Tutti però pagano le stesse tasse, usufruendo diversamente delle risorse pubbliche. Da qui la condivisione, sinonimo, in questo caso, di responsabilizzazione.

Nuovi progetti in America. L’esempio svizzero è studiato anche da New York e Los Angeles. Si dice che i due terzi della superficie di Los Angeles sia occupata da macchine: un terzo in movimento, un terzo in sosta. Per dare un’opinione sulla nuova concezione di shared space conviene forse aspettare il riscontro della California.

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