Quei borghi fai da te

Ridurre i costi della prima casa con l'autocostruzione? Si può. Bastano una cooperativa e una professionalità da mettere a disposizione...

Il nuovo borgo. A pochi chilometri da Perugia, due mesi fa, si è inaugurato un borgo di quarantasei case, Borgo Sant’Enea. Sono fabbricati di qualità, con tanto di certificazione energetica e antisismica e pannelli solari. La particolarità è che sono stati gli abitanti a costruirseli da soli: asse dopo asse, chiodo dopo chiodo.

Il chiodo fisso. «Quel chiodo d’acciaio non entrava. Picchiavo col martello da ore e piangevo per il nervoso, io lavoro in un supermercato, che ne sapevo che era così difficile bucare un muro di cemento armato? Lì pensai davvero che non ce l’avremmo mai fatta» (Maria Stella Djinan, ivoriana, madre di 2 figli, alla Repubblica).

I costi. Si tratta di un complesso di villette a schiera di 113 metri quadri l’una, con un piccolo giardino e una cantina di 35 mq. Ogni casa è costata 114 mila euro (poco meno di mille euro al mq), il 40 per cento in meno rispetto al prezzo di mercato locale.

La cooperativa. Nata nel 2007, Tutti Per Uno è una cooperativa edilizia interamente autogestita, basata sul processo dell’autocostruzione. I quarantasei soci, multietnici, con un reddito massimo di 30 mila euro, hanno prestato il loro lavoro volontario e non retribuito per realizzare un complesso edilizio a loro destinato, contenendo così i costi dell’abitazione.

La multietnicità. Dei 180 abitanti solo la metà sono italiani; gli altri arrivano dalla Costa D’Avorio, dal Congo, dall’Albania, dal Brasile, dal Perù.

Un tetto. Walter Cappuzzello, siciliano di 37 anni, amministratore di una società di import/export e presidente della cooperativa Uno per Tutti durante la settimana, manovale nel weekend: «Vede quel tetto di legno? L’ho fatto io con queste mani, lavorando tutti i sabati e le domeniche degli ultimi quattro anni» (la Repubbblica).

Fai da te. Mura, solai, pavimenti, tutto fai da te: «Solo per il progetto esecutivo, le fondamenta, gli impianti, le fognature e le certificazioni ci siamo appoggiati a professionisti» (Walter Cappuzzello).

L’autocostruzione. L’autocostruzione è particolarmente indicata per chi, pur avendo lavoro e reddito, non riesce ad acquistare una casa per via dei prezzi di mercato: infatti, in cambio del proprio lavoro manuale (lo statuto, l’atto normativo che definisce le caratteristiche fondamentali della Cooperativa, richiede almeno 58 ore di lavoro al mese ma c’è chi ne ha fatte anche ottanta), il socio della cooperativa può comprarsi casa riducendo i costi con un risparmio che va dal 40 al 60%. Bisogna però tener sempre presente che il progetto si deve avvalere della collaborazione di personale esperto e qualificato che ha il compito di dirigere i lavori e di monitorarne lo stato di avanzamento.

Il saldatore-falegname. «Con un budget di 150 mila euro avrei trovato solo case vecchie o da ristrutturare», ammette a Repubblica Alberto Sanchez, colombiano di 53 anni, cinque figli. «Io sono metalmeccanico, sono abituato ai lavori manuali. Per questo ero il saldatore e il falegname della cooperativa».

L’Europa. In Europa progetti simili hanno già preso piede con successo; in Inghilterra, Germania, Danimarca ed Olanda sono già stati realizzati immobili autocostruiti. Ma anche in Italia ci sono altre realtà simili.

Vergiate. A Vergiate, in provincia di Varese, sono state realizzate 24 abitazioni con tipologia a schiera di circa 120 metri quadri l’una, su due piani, con cantina, patio esterno privato e garage. Il costo finale di un’unità (che include tutti gli oneri: acquisto area, oneri di urbanizzazione e realizzazione aree comuni, progettazione e direzione favori, materiali di costruzione e impianti vari, inclusi interventi ditte esterne per alcune fasi, Iva, interessi mutuo, etc.) è di circa 75.000 Euro. L’investimento iniziale richiesto a ciascun autocostruttore era di circa 7.500 Euro (il 10% sui costi finali effettivi, 4% sul valore di mercato finale).

Su misura. «Non ne ho esperienza diretta, ma ho sentito di amici di alcuni miei clienti di lavoro che hanno costruito la loro casa tramite questa opportunità. Da quel che ho capito hanno pagato la casa quasi la metà del valore immobiliare di mercato, e hanno potuto, diciamo così, costruire la loro casa suddividendo gli spazi interni a seconda del loro gusto e delle loro necessità, quasi come se fosse una casa “su misura”» (Xillinx 23 sul Forum discutere.it).

Senigallia A Senigallia in provincia di Ancona, con la cooperativa edilizia Le Mani per Vivere, le case sono autocostruite secondo i criteri della bioedilizia e della bioarchitettura grazie anche a un finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali alla Provincia di Ancona per attività di inclusione sociale dei migranti.

Campania. Anche in Campania la Regione ha deciso di sperimentare due iniziative di autocostruzione per l’edificazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica, destinati a cittadini a reddito debole, in condizioni di disagio abitativo:

– a Villarica, in provincia di Napoli, sono previste 25 case di cui 24 saranno abitate da italiani e una da romeni. I lavori sono iniziati nel settembre del 2011 e al momento il 25 per cento è già edificato.

– a Piedimonte Matese, in provincia di Caserta, stanno per iniziare i lavori per altre 12 case.

In cantiere. «L’inizio è stato difficile; ci è capitato addirittura di fare una stanza senza la porta. Ho fatto i salti mortali per badare ai miei figli, lavorare alla Perugina e passare le ore qui a metter su i mattoni come gli uomini. Alla fine li ho pure costretti a non dire sconcezze in cantiere!» (Donatella, neoresidente nel Borgo di Sant’Enea, due figli, un marito e un lavoro come macchinista alla Perugina).

Le gratificazioni. Valeria Cardinali, assessore all’Urbanistica del Comune di Perugia: «Queste persone sono una grande famiglia; non hanno litigato nemmeno al momento dell’assegnazione delle abitazioni. Le diffidenze iniziali tra le varie etnie sono svanite lavorando gomito a gomito. Nessuno si è infortunato. È stata un’esperienza dura, ma gratificante».

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