Fiumi, il grande ritorno delle idrovie dal turismo al commercio

Il trasporto fluviale è verde ed economico. Una chiatta da 1.350 tonnellate equivale a ben 50 Tir o 67 carri ferroviari...

Che cos’è un’idrovia. L’idrovia, un canale navigabile, di origine naturale o artificiale, realizzata o utilizzata per gestire il traffico navale che collega l’entroterra con il mare aperto, equiparabile a una strada di cemento. Spesso è dotata di segnaletica per rendere sicura la navigazione.

Un’occasione per il turismo. La navigazione su fiume è utilizzata soprattutto per trasportare merci, ma consente anche un’opportunità di offerta alternativa nel turismo. Ne è un esempio la Francia, che è stata in grado di sfruttare in modo intelligente la rete di canali navigabili e di chiuse per superare i dislivelli. Sono così possibili itinerari originali e alternativi alle classiche vie di trasporto.

Una risorsa economica e ambientale. Oggi le idrovie, le vie fluviali e il cabotaggio (la navigazione in marea ridosso delle coste) rappresentano una risorsa importante economicamente e ecologicamente. Il loro sviluppo può ridurre infatti l’inquinamento ambientale causato dal traffico stradale. Secondo un calcolo dell’Organizzazione marittima internazionale, una chiatta da 1.350 tonnellate equivale a ben 50 Tir o 67 carri ferroviari. Questa chiatta con 5 litri di gasolio percorre 500 km, mentre un solo Tir con 5 litri di gasolio ne percorre  appena 100. Quindi in sintesi, una chiatta da 1350 tonnellate per ogni giorno di funzionamento evita 1,8 kg di polveri sottili, 10,8 kg di idrocarburi incombusti e 8 tonnellate di anidride carbonica. C’è poi un risparmio in termini di costi: una singola chiatta può trasportare lo stesso numero di container di decine di autocarri, con un dispendio di carburante complessivamente minore.

La distanza migliore via fiume. La distanza minima tra due città perché il trasporto di merci via fiume sia produttivo in termini di costi è di 500 chilometri. In Europa, grazie anche agli incentivi dell’Ue, negli ultimi dieci anni si sono quadruplicati i trasporti commerciali con una tratta media di 20-30 chilometri, con navi che percorrono la stessa rotta 4-5 volte al giorno.

L’Europa che sceglie l’acqua. Già nel 1992 l’Unione europea aveva identificato il ruolo strategico delle rotte marittime e fluviali, ipotizzando una rete Transeuropea di trasporti integrata per migliorare e potenziare i collegamenti.  Oggi il trasporto fluviale per fini commerciali è il 42% del totale in Olanda, il 18,5% in Austria, il 15% in Francia e il 14% in Germania.

Il Reno, cuore dell’Europa. La maggiore arteria navigabile in Europa è il Reno, fiume che accoglie chiatte fino a tremila tonnellate ed è in grado di ospitare navi oceaniche. In Germania, nel Land Nord Reno-Vestfalia, esistono 700 chilometri di idrovie che collegano Colonia, Dortmund, Duisburg e Düsseldorf.

I porti più grandi d’Europa. I più grandi porti europei sono: Rotterdam, nei Paesi Bassi, con 291 milioni di tonnellate di merci in transito all’anno, Anversa in Belgio e Amburgo in Germania. Il maggiore porto fluviale europeo è Duisburg, alla confluenza tra la Ruhr e il Reno: quaranta milioni di tonnellate di merci l’anno, in particolare ferro, carbone, petrolio e acciaio.

L’Europa navigabile. In Francia i maggiori fiumi navigabili sono il Mosa, la Senna e il Rodano. Commercio e trasporto fluviale sono diffusi in Svezia, Finlandia (sulle rive dei grandi laghi) e nei Paesi Bassi. In Olanda una chiatta con 376 container equivale a sei chilometri di camion eliminati dalle autostrade.

L’Italia preferisce la strada. In Italia l’85% delle merci viaggi su gomma (in Europa siamo secondi solo alla Gran Bretagna), il 12% via acqua (navigazione marittima e interna), il 2% via aerea, l’1% via treno (dati  del Conto nazionale trasporti).

Gli ostacoli naturali per l’Italia. L’ostacolo principale nel nostro Paese per uno sviluppo massiccio del trasporto fluviale è la carenza di fiumi navigabili. I bassi fondali che caratterizzano gran parte dei corsi d’acqua italiani diventano una barriera ancora più ostica nei periodi di secca. La catena delle Alpi rende poi impraticabile un collegamento tramite canali artificiali con i principali bacini idrografici europei. Ci sarebbe infine la necessità di ristrutturare e aumentare le banchine adatte all’attracco di merci lungo i fiumi, essendo al momento carenti o poco attrezzate.

Al Nord si concentra il trasporto. Nel nostro Paese il 72% del volume di trasporto merci si concentra in quattro regioni: Piemonte, Lombardia, Emilia – Romagna e Veneto. Nonostante la rete autostradale si sia dimostrata da tempo congestionata, non si è investito  ancora abbastanza per migliorare il trasporto fluviale. Oggi circa un milione di tonnellate di merci viaggiano solo sul Po tra i porti di Cremona, di Mantova e di Rovigo, quando il fiume avrebbe una potenzialità di circa 16 milioni di tonnellate.

I grandi progetti italiani. Il boom progettistico del trasporto sull’acqua in Italia si ebbe negli anni Sessanta quando si pensò a un’idrovia Padova-Venezia e al trasporto delle merci sul Po, da Porto Marghera verso il Nord Europa e dalla pianura padana verso l’Adriatico. Poi tutto o quasi rimase sulla carta.

L’occasione mancata. Per il supercanale che avrebbe dovuto unire Padova a Venezia si costruirono ponti stradali e ferroviari, poi tutto fu abbandonato, dopo una spesa di quasi 150 milioni di euro. Si optò per la realizzazione del passante stradale di Mestre (750 milioni di euro il preventivo).  Oggi la tangenziale è costantemente congestionata da 55 milioni di veicoli all’anno e corca 170 mila veicoli al giorno. Nove chilometri di tangenziale veneziana sempre bloccata, quattro chilometri e mezzo di idrovia realizzata e abbandonata (completarla costerebbe 143 milioni di euro).

Torino e Roma viste dal fiume. Nel campo del trasporto cittadino e turistico via fiume sono stati fatti invece molti passi avanti in Italia negli ultimi anni. Due esempi di progetti realizzati con successo. A Roma dal 2003 la navigazione sul Tevere, sfruttata soprattutto dai turisti, è attiva da aprile a novembre. Cinque battelli, con tre punti d’imbarco, offrono anche crociere speciali con cena o aperitivo oppure in abbinamento al tour con bus scoperto. I prezzi vanno dai 16 ai 58 euro. Poi nel tratto cittadino torinese del Po, il Gruppo Trasporti Torinese gestisce un servizio di navigazione con due nuovi battelli chiamati “Valentino II” e “Valentina II”, attivi dall’aprile scorso. Due le tratte: Murazzi – Borgo Medioevale e Borgo Medioevale – Italia 61. Il prezzo dei biglietti va dai 4 ai 9 euro. I battelli possono essere noleggiati per matrimoni, feste, eventi privati, meeting di lavoro.

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