Biodiesel: l’energia verde che aiuta l’ambiente

È rinnovabile e biodegradabile. Riduce dell'85% i composti aromatici, del 60% le Pm10 ed elimina l'emissione di zolfo...

Che cos’è il biodiesel. Il biodiesel è un combustibile di tipo vegetale, ottenuto da vari tipi di olio di semi (girasole, colza di soia, ricino, ecc.). Il vero nome del carburante è “fame”, cioè fatty acid metil esther (metilestere di acidi grassi). È utilizzato come carburante per mezzi di trasporto e come combustibile nel riscaldamento.

I vantaggi del biodiesel. Il biodiesel è un combustibile rinnovabile, in quanto ottenuto dalla coltivazione di piante oleaginose di ampia diffusione. È biodegradabile, cioè se disperso si dissolve nell’arco di pochi giorni, mentre gli scarti dei consueti carburanti permangono molto a lungo. Il suo uso per il trasporto elimina del tutto l’emissione di residui di zolfo (che sono la causa principale delle piogge acide), diminuisce dell’85% i composti aromatici (causa principale dei problemi cancerogeni) e riduce del 60% le polveri sottili PM10 o particolato, che rappresentano la principale causa di inquinamento nelle città. Garantisce un’ottima affidabilità nelle prestazioni dei veicoli e degli impianti di riscaldamento (dati del Dipartimento Minerario degli Stati Uniti).

Svantaggi del biodiesel. Il biodiesel ha un costo industriale alla produzione superiore al gasolio. Per renderlo competitivo dal punto di vista commerciale, deve essere esente da accisa, cioè defiscalizzato. In Italia il quantitativo defiscalizzato è di 200.000 tonnellate (in Francia, per esempio, sono 500.000). Inoltre la densità di energia contenuta in un litro di biocombustibile è inferiore (seppur di poco) a quello del diesel. In altre parole, con un litro di biocombustibile il rapporto consumi-distanza percorsa è minore dei 15-20 km/litro di un diesel normale.

L’industria italiana del biodiesel. Al momento la normativa europea stabilisce che la quota di biodiesel da miscelare al combustibile fossile (che va a formare il gasolio che compriamo al distributore) deve essere del 4%. Dal 2014 salirà al 5%. Nel 2011 circa il 70% dei volumi di biodiesel finito nei serbatoi delle auto italiane è stato importato, soprattutto da Argentina, Canada e Malesia. Questo a causa del minor prezzo del prodotto che invoglia i petrolieri a rifornirsi del prodotto straniero, non sempre di appurata qualità, a discapito di quello italiano. L’industria del biodiesel in Italia è un settore che vale circa 2 miliardi di fatturato, occupa 1.500 addetti e sviluppa investimenti per oltre 500 milioni (dati Assocostieri, l’unione dei produttori di biodiesel aderente a Confindustria).

La produzione di biodiesel in Europa. L’Italia è al quarto posto nella classifica europea di produttori di biodiesel (con 1,9 milioni di tonnellate). Al primo posto c’è la Germania, che è anche il maggior produttore europeo di energia rinnovabile. I tedeschi vantano una rete di produzione di 5,2 milioni di tonnellate di biodiesel, di molto superiore alla Spagna, al secondo posto, che produce 3,6 tonnellate. Sul gradino più basso del podio c’è la Francia, che produce poco più di 2 milioni di tonnellate.

La distribuzione in Italia. In Italia, purtroppo, non si può acquistare il biodiesel puro presso le stazioni di servizio. Nel nostro Paese è commercializzato soprattutto nel settore del riscaldamento, mentre come combustibile da autotrazione è impiegato prevalentemente da parte di aziende di trasporto, che lo acquistano però direttamente dalle aziende produttrici.

La distribuzione in Europa. Il biodiesel è commercializzato nella stazioni di servizio in Francia, Germania, Austria, Svizzera, Repubblica Ceca e Slovenia. In Austria e Germania viene utilizzato biodiesel puro, in Francia 7 raffinerie su 13 incorporano il biodiesel nel gasolio in percentuale dell’8% e oltre trenta gruppi industriali utilizzano veicoli con biodiesel al 30% (fonte: Coldiretti). In Germania, in particolare, un numero crescente di costruttori di auto ha previsto la possibilità dell’utilizzo del biodiesel puro nei loro motori. Fra gli altri: Mercedes-Benz, Volkswagen, Massey Ferguson e John Deere.

Il biodiesel e il motore. Nei motori di produzione recente il biodiesel può essere utilizzato senza problemi anche in purezza, mentre concentrazioni fino al 30% sono tollerate anche dai motori più vecchi. Basta controllare il libretto d’uso della propria automobile, dove è specificata la possibilità di usare biocombustibili.

Il biodiesel e il riscaldamento. In Italia il Biodiesel è impiegato allo stato puro nel riscaldamento oramai da oltre 15 anni  con ottimi risultati. Il potere calorifico del Biodiesel è minore di quello del gasolio, a causa del fatto che la sua molecola contiene una percentuale di ossigeno elevata (circa l’11%), che consente però di ottenere una combustione completa, utilizzando una quantità di aria inferiore a quella necessaria alla combustione di un uguale quantitativo di gasolio. Utilizzato in una normale caldaia riduce del 35% le emissioni di monossido di carbonio (dati Assocostieri).

Il biodiesel in volo. Lo scorso luglio Lufthansa ha avviato il primo collegamento di linea regolare, da Amburgo a Francoforte,  con aerei alimentati da un mix di carburante tradizionale e biodiesel (50% e 50%). La compagnia aerea tedesca ha fatto sapere di aver tagliato 1.500 tonnellate di Co2 nei primi sei mesi di voli.

Il futuro sono le alghe. Alle Technische Universität di Monaco, in Germania, un gruppo di ricercatori ha sviluppato un nuovo processo catalitico che converte in modo efficiente l’olio estratto dalle alghe in carburante diesel. I vantaggi immediati di questo processo consistono in una eccellente resa produttiva a breve termine, con richiesta di spazi minimi. Basta pensare che un acro di terreno coltivato a colza produce 600 galloni di biodiesel contro i 4.000/5.000 degli impianti ad alghe. Circa un anno fa Exxon Mobil e la Synthetic Genomics di Craig Venter hanno investito insieme 600 milioni di dollari in ricerche sul tema. Sperano che nel 2017 i costi per la produzione del biodiesel algale saranno sugli 11-12 dollari al litro, uguali a quelli del diesel normale. Anche la Nasa sta compiendo ricerche nelle alghe per produrre biocarburanti per l’aviazione, e Bill Gates ha finanziato con 100 milioni di dollari la Sapphire Energy per un impianto pilota nel deserto del New Mexico.

Il biodiesel fatto in casa. È possibile realizzare da soli il biodiesel. Bisogna subito chiarire che, se questa operazione è del tutto legale, non lo è utilizzare combustibile vegetale fatto in casa per la propria automobile, essendo tax free, al contrario di tutti gli altri carburanti sottoposti ad accisa. È necessario inoltre stare attenti e proteggere occhi e pelle dal contatto con le esalazioni. Se vuoi scoprire come fare il biodiesel in casa, leggi qui.

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