A led o fluorescenti? Purché a basso consumo

Tutte le novità in fatto di lampadine: quanto fanno risparmiare e quanto durano. Ma soprattutto quali emanano una luce calda e accogliente...

Addio Edison. Dal 1° settembre 2012 non sarà più commercializzato nessun tipo di lampadina a incandescenza (quella inventata nel 1878 da Thomas Alva Edison). Meglio essere informati sulle possibilità che offre il mercato.

Successo posticipato. In molte abitazioni le normali lampadine sono state già sostituite dalle cfl (lampade fluorescenti compatte), più note come lampadine “a basso consumo” e riconoscibili dalla struttura tubolare. Le cfl sono nate negli anni ’70, come risposta alla crisi energetica mondiale, ma hanno iniziato ad affermarsi sul mercato solo negli anni ’90.

Spreco, un vecchio problema. «Lo spreco è peggiore della perdita. Presto arriverà il momento in cui ogni persona che vanti una qualche abilità terrà sempre dinanzi agli occhi il problema dello spreco: la parsimonia ha un campo d’azione illimitato» (Thomas Alva Edison).

Watt equivalenti. È uno dei termini utilizzati per quantificare l’efficienza di una lampada a basso consumo: una lampadina 100 watt equivalenti consuma solo 20 watt, illuminando quanto una lampadina a incandescenza da 100.

Si ripaga in 6 mesi. Secondo Greenpeace, una lampadina ad incandescenza da 100 watt produce 42 Kg annui di Co2. Sostituendola con una cfl da 100 watt equivalenti, a fronte di un investimento iniziale di 7€, si possono risparmiare 130€ in 10 anni.

Prezzo medio di una lampadina da 60W (reali o equivalenti):

–      a incandescenza: 0,50 cent/€ per 1.000 ore di vita

–      fluorescente compatta (12W): 6 € per 8.000 ore di vita

–      led (12W): 40 € per 25.000 ore di vita

Risparmio insofferente. Le cfl consentono un notevole risparmio sulla bolletta elettrica (consumano fino all’80% in meno), ma non hanno mai soddisfatto appieno i consumatori; la luce emessa è più fredda di quelle a incandescenza e questo le rende meno piacevoli alla vista. Solo recentemente sono migliorate in termini di sfarfallio e spesso non supportano i variatori d’intensità (dimmer). Inoltre le lampadine fluorescenti utilizzano una piccola percentuale di mercurio, che ne impedisce uno smaltimento normale.

Cos’è un led? Diodo che trasforma impulsi elettrici in emissioni luminose, usato in apparecchiature elettroniche per visualizzare informazioni sotto forma di lettere, numeri, simboli su quadranti digitali (Dizionario Hoepli).

Le incognite. Fino ad ora nessuno era stato in grado di realizzare un prodotto led capace di soppiantare adeguatamente lampadine a incandescenza e cfl. I led sono sorgenti di luce puntiformi, brillano solo in una direzione, il che non li renderebbe adatti ad illuminare una stanza. Inoltre la loro efficienza è strettamente legata alla temperatura; la capacità d’illuminazione è direttamente proporzionale al loro raffreddamento (e se sono surriscaldati hanno vita breve).

La soluzione. Nel 2007 i coniugi Lenk hanno dato inizio alle sperimentazioni per risolvere i problemi legati all’uso dei led: diffusione dell’illuminazione, calore della luce e surriscaldamento. Dopo un iniziale successo e la creazione di un prototipo da 45W (da perfezionare), i Lenk hanno dovuto abbandonare il progetto per mancanza di fondi. Dopo 2 anni di test, gli ingegneri di Switch, la società nata per proseguire il progetto dei Lenk, hanno trovato la soluzione a tutti i grattacapi e nel 2009 sono nate le lampadine da 60 e 75 watt equivalenti. In vendita negli Stati Uniti proprio in questi giorni (quelle da 40W e 100W saranno commercializzate ad inizio 2012), saranno disponibili in Italia solo prossimamente. La società non fornisce ancora un dato sull’assorbimento reale delle lampadine, ma assicura 20mila ore di vita.

Design futuristico. La lampadina Switch è costituita da un anello di 10 led, in grado di offrire un’illuminazione a 360°. I led sono immersi in un liquido refrigerante la cui formula rimane segreta. Il fluido, assicura David Horn, capo del settore tecnico, è completamente innocuo per l’ambiente e può essere pulito con un semplice fazzolettino di carta. Come si legge sul sito switchlightbulbs.com, sono stati necessari:

–      1.674 ore di ricerca e sviluppo

–      714 esperimenti falliti

–      11 ingegneri

–      decine di consulenti

–      6.789 Led

–      798 pizze

–      10.912 tazze di caffè

–      664 casse di diet soda

Evoluzione matematica. Legge di Haitz: La quantità di luce prodotta dalla tecnologia led aumenta di 20 volte in 10 anni, i costi calano invece di 10 volte.

L’alternativa. È in commercio, dal maggio 2010, la lampadina myAmbiance della Philips da 60 watt equivalenti. È stata la prima lampadina a led lanciata sul mercato e consuma solo 12W. I prezzo di 54,99€ può far balzare sulla sedia, ma la società olandese assicura 25 anni di funzionamento (25mila ore). Emette il 60% dell’output luminoso già all’accensione e supporta la maggior parte dei variatori di luminosità, emanando una luce calda paragonabile a quella di una vecchia lampadina.

Luce da premio. Philips ha vinto nel 2008 il Bright Tomorrow Lightning Prize. Il primo premio di 10 milioni di dollari era destinato a chi sarebbe riuscito a creare la prima lampadina a led da 60 watt equivalenti capace di consumarne al massimo dieci. Il premio in denaro non è bastato a coprire le spese d’investimento, ma ha spianato la strada della società olandese nel campo dell’illuminazione ecosostenibile.

Luce per ballare. Stravagante è l’iniziativa della ditta Hammacher Schlemmer, produttrice di Audio Light Bulb, la lampada led con casse acustiche integrate. Il bulbo, da 60W equivalenti, si monta come una normale lampadina. L’audio è inviato al dispositivo tramite una basetta wireless, da collegare ad un iPod o ad uno stereo (la portata è di 15 metri). La musica e l’intensità della luce sono regolabili con il telecomando. Il prezzo? 299,95$.

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