È stato reinventato l’albero. Sarà il nuovo modello energetico

Ingegneri e designer condividono la riscoperta di un elemento naturale. Nel futuro della tecnologia fotovoltaica ci sono tronchi e rami...

Perché l’albero. La risposta è semplice: è più efficace. Mettendo a confronto due impianti fotovoltaici, uno classico (con i pannelli disposti linearmente) e uno “ad albero” (i cui pannelli sono collocati in cima a dei rami), si ottiene un rendimento energetico maggiore nel secondo. Ciò accade perché i rami, disposti copiando il modello naturale, hanno una esposizione alla luce più efficiente, in cui nessuno copre l’altro.

Valido d’inverno. I risultati migliori si ottengono in condizioni di scarsa intensità luminosa. Lo schema ad albero è in grado di produrre fino al 50% di energia in più rispetto al modello concorrente, proprio nei periodi dell’anno in cui il sole si trova più basso nel cielo.

Intuizione. La scoperta è stata fatta da Aidan Dwyer, 13enne americano, mentre passeggiava nella località di Catskill (regione montuosa nello stato di New York): «Pensavo che gli alberi fossero un groviglio di rami, invece osservandoli attentamente mi sono accorto che sono disposti secondo un modello matematico».

Luce a Vienna. Nel 2007 gli alberi solari sono stati sperimentati nella capitale austriaca. Montati lungo la Ringstrasse, hanno illuminato la via per alcuni giorni, funzionando egregiamente malgrado quatto giorni consecutivi di cielo coperto e forti piogge. Ogni lampione disponeva di 10 pannelli solari e batterie ricaricabili.

Pratici e di gusto. Gli alberi utilizzati a Vienna non hanno richiesto particolari lavori di cablaggio e costituiscono anche un oggetto di design. L’illuminazione a led ha anche un ulteriore vantaggio: essendo più diretta, è meno dispersiva e riduce l’inquinamento luminoso.

Reinterpretazione. «L’Albero solare è solo un lampione, ma ci sono alcune piccole cose, che possono avere un grande impatto nella nostra vita, che meritano una reinterpretazione» (Ross Lovegrove, designer e inventore degli alberi solari viennesi).

Strade dispendiose. In Europa l’illuminazione stradale urbana ha consumato, nel 2006, il 10% dell’intero fabbisogno energetico per un totale di circa 2000 miliardi di KWh e 2900 milioni di tonnellate di CO2 emesse.

Albero da casa. Electree, il Bonsai fotovoltaico, è una riproduzione in scala del modello del giovane Aidan. A metà tra un oggetto di design e un elettrodomestico, è in grado di generare abbastanza energia da ricaricare le apparecchiature elettroniche di tutti i giorni. I rami, con i piccoli pannelli, sono snodati, in modo da essere disposti a proprio piacimento (estetico o di prestazione). All’interno del finto vaso è collocata una batteria che durante il giorno immagazzina energia, che rilascia una volta collegati cellulari, macchine fotografiche o altri dispositivi.

Potente e naturale. Alto circa 40 centimetri, possiede una potente batteria da 13,5 mAh (abbastanza da poter ricaricare una decina di iPhone). Grazie alle 3 porte di cui è dotato, si possono collegare anche più dispositivi simultaneamente. Per una ricarica completa  sono però necessarie 36 ore di esposizione al sole. Prezzo: 299€.

Corrente pubblica. Nel centro di Belgrado è stato installato un albero fotovoltaico a cui potersi liberamente attaccare per ricaricare la batteria di cellulari, lettori Mp3, iPad, Pc portatili e altri strumenti tecnologici. È stato ideato e realizzato dagli studenti dell’Università di Belgrado.

Non solo rami. Il mercato del fotovoltaico “naturalista” non guarda solo agli arbusti. Una struttura con pannelli disposti orizzontalmente può essere altrettanto pratica; ecco perché c’è chi ha pensato ad una foglia.

Dall’Italia ecco Lotus. Giancarlo Zema, architetto romano 39enne, ha progettato la struttura fotovoltaica Lotus pensando che anche una classica superficie longitudinale potesse avere un’applicazione di arredo urbano. Lotus si presenta come una grande foglia che esce dal terreno, dotata di pannelli fotovoltaici, sedute e schermo touchscreen (con collegamento a internet).

Triplice uso. Lotus è in grado di riparare dalla pioggia, illuminare e ricaricare veicoli elettrici. È prodotto in due versioni: una con foglia piccola da 4 Mq di superficie fotovoltaica (in grado di produrre 500W) e una con foglia grande da 19 Mq (2,8 KW).

Modulare. Combinando tra loro le due versioni di Lotus, è possibile creare strutture più complesse. Le opportunità di utilizzo sono molteplici: da punto di ricarica per veicoli elettrici, a punto informativo, passando per illuminazione stradale e pensilina dell’autobus. Tutto questo con una struttura armoniosa e piacevole da vedere.

Pensando al futuro. Il pannello fotovoltaico è intercambiabile, in modo da poter essere sostituito quando usciranno tecnologie più efficienti. La lampada a Led, a forma di pistillo, garantisce luce intensa e bassi consumi. Lotus si ripaga in una decina di anni, utilizzando veicoli elettrici e rivendendo l’energia in surplus all’Enel.

EcoGoogle. Da tempo Google ha deciso di adottare il fotovoltaico per la sede di Mountain View. Sono stati montati circa 9 mila pannelli solari; un terzo di questi è stato collocato nel parcheggio come pensiline. Google riesce così  a coprire il 30% del suo consumo energetico grazie al sole.

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