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Legarsi a un gruppo d'acquisto per risparmiare: ecco come funzionano, come si partecipa e quanto si risparmia...

Facciamolo insieme. Non sono nati oggi, ma viste le rinnovate esigenze di risparmio delle famiglie italiane, stanno conoscendo un momento di grande fortuna. Stiamo parlando dei gruppi d’acquisto.

Economia di scala. Il motivo è semplice: così facendo saltano tutti i passaggi intermedi – dal distributore al negoziante – che fanno lievitare il prezzo finale. Inoltre, forti del loro numero i “gruppisti” possono ottenere l’ulteriore sconto riservato a chi compra all’ingrosso. Insomma, il vantaggio è duplice: risparmiano loro ma fanno anche guadagnare il produttore.

Non solo sconti. Ma non è tutto qui. Oltre a offrire ai propri aderenti forti sconti sulla merce, i gruppi d’acquisto, garantiscono anche prodotti genuini, visto che vengono privilegiati i rapporti con i piccoli agricoltori e allevatori, che spesso attuano coltivazioni biologiche di alta qualità, poco adatte a entrare nel circuito della grande distribuzione.

A tutto GAS. La spiegazione della sigla rivela già la differenza: mentre i gruppi tradizionali hanno finalità esclusivamente economiche, i GAS scelgono i loro fornitori seguendo anche criteri di equità e di solidarietà: un altro volto del commercio equo/solidale, insomma.

Come partecipare. Aderire a un gruppo d’acquisto è molto semplice. La prima cosa da fare è verificare se ce n’è già uno nella propria zona: non avrebbe molto senso, infatti, partecipare agli acquisti collettivi se poi tutto il risparmio se ne va in benzina. Internet è un ottimo strumento per cercare informazioni: se siete interessati a un gruppo della rete GAS potete trovare quello che fa per voi a questo indirizzo.

Formare un gruppo. Se non esiste un gruppo abbastanza vicino, non resta che crearne uno: non trattandosi di un’attività commerciale ma di un’organizzazione spontanea di consumatori, non è un’operazione complessa né onerosa. Si può cominciare dalla propria cerchia di amici oppure formarlo con i colleghi o i vicini di condominio: quello che serve è un certo spirito organizzativo e la volontà di scambiarsi informazioni. Anche essere aperti ai nuovi arrivi non guasta: più il gruppo è numeroso e più cresce il suo potere contrattuale.

Come funziona. Una volta formato il gruppo, bisogna darsi da fare: creare insieme la lista degli articoli che si vorrebbero trattare e iniziare cercare nella zona piccoli produttori di qualità, meglio se rispettosi dell’ambiente. Un buon metodo, all’inizio, può essere quello di portare ognuno alcuni prodotti da far provare agli altri: se la merce riscuote il gradimento generale, chi l’ha proposta ne diventa responsabile e curerà gli approvvigionamenti trattando direttamente con il produttore.

Base logistica. Indispensabile un locale dove ricevere la merce. Non occorrono regole igieniche particolari, basta che sia pulito: uno scantinato, un garage o un magazzino in prestito da scuole o parrocchie vanno benissimo. Naturalmente, prima i prodotti escono dal magazzino per essere consegnati ai rispettivi acquirenti meglio è.

Tra amici è meglio. Non serve altro. Il gruppo di acquisto, però, è più efficace quando i partecipanti si conoscono, risiedono nel medesimo quartiere e sono già d’accordo sulle caratteristiche del bene da acquistare. Per evitare ogni possibile equivoco, meglio mettere per iscritto le mansioni di ogni partecipante.

Quanto si risparmia? Confrontare i prezzi di mercato con quelli praticati all’interno dei gruppi non è facile, per il semplice fatto che i prodotti che si comprano il più delle volte non sono gli stessi che si trovano nei negozi. Con i GAS, poi, la questione si complica ulteriormente, perché bisogna anche tenere conto di alcuni principi, come la giusta retribuzione di chi lavora, il rispetto dell’ambiente, il sostegno a chi impiega soggetti svantaggiati o lavora sulle terre di mafia eccetera. In ogni caso, riferendosi a prodotti che sono sempre di qualità molto alta, il risparmio può essere quantificato in un range che va dal 20 al 50 per cento sui prezzi del negozio.

Anche online. Quasi tutti i gruppi d’acquisto hanno trovato in Internet un valido alleato, non solo perché mette in contatto un maggior numero di persone, ma anche perché consente di trovare prodotti, beni e anche servizi che difficilmente si potrebbero raggiungere attraverso un gruppo che opera singolarmente. Senza contare che se grazie alla rete il numero di persone interessate allo stesso oggetto aumenta, si possono affrontare anche gli acquisti più impegnativi. Non solo vino, olio, formaggio e ortaggi dunque, ma anche autovetture, abbigliamento, elettrodomestici e tanto altro ancora.

Nasce la coupon-mania. C’è poi un’altra forma di acquisto collettivo che sta dilagando, quella dei coupon. Stiamo parlando dei servizi, ormai conosciutissimi, offerti da Groupon, Groupalia e PrezzoFelice, giusto per citare i più famosi. In questo caso, però, il meccanismo è inverso: invece di riunirsi tra più persone per far valere la propria “massa critica”, si tratta di aderire a offerte già selezionate e proposte con sconti più o meno rilevanti. A quel punto, è sufficiente raggiungere un numero minimo prefissato di partecipanti per ottenere il prezzo indicato.

Conviene, ma… Cene al ristorante a metà prezzo, trattamenti benessere al 40% di sconto, un computer di nuova generazione, una vacanza all’estero. Questo è il tipo di cose che si possono acquistare con questi servizi e ogni giorno le proposte cambiano. Il meccanismo è semplicissimo: si paga con la carta di credito e si riceve in cambio un coupon che dà diritto a ritirare il bene acquistato nel punto vendita indicato. Si possono fare buoni affari, ma senza la continuità nell’offerta dei prodotti garantita da un gruppo d’acquisto.

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